Quando si è sentito afferrare per il collo e stringere con un laccio ha cercato di divincolarsi. E alla fine cè riuscito. È balzato giù dal suo taxi, lasciando gli aggressori con un palmo di naso, ma proprio quando credeva di essere salvo ha sentito una fitta alla schiena. Era una coltellata, tirata gratuitamente e a tradimento, che lha colpito al rene. E ora il povero tassista è ricoverato in prognosi riservata in ospedale.
La brutta avventura di Giovanni R., 61 anni, inizia laltra sera intorno alle 20 dalle parti della stazione centrale. Ci sono tre persone che gli fanno cenno di fermarsi. Più tardi li descriverà genericamente come «giovani» e ancor più genericamente «di etnia asiatica». Un po poco per sperare in una rapida identificazione.
Il tassista si ferma e li carica sulla sua Renault Mégane. I clienti chiedono di essere portati in via Adriano, a Crescenzago, estrema periferia nord ovest della città. Arrivati in via Brambilla però i tre asiatici chiedono al tassista di fermarsi. Giovanni R. accosta e a quel punto scatta laggressione. Si sente afferrare da dietro da uno dei passeggeri che gli stringe un laccio alla gola, mentre gli altri due gli intimano di consegnare soldi, cellulare e quanto altro di valore abbia in tasca.
Ma Giovanni R. punta i piedi, si divincola, afferra la corda e riesce in qualche modo ad allentare la presa. Finalmente libero, apre la porta e fa per scendere quando arriva la coltellata vigliacca. Un colpo inutile, tirato per lo scorno di vedere sfuggire la facile preda. Luomo non si rende subito conto di quel che gli è successo e si allontana di qualche passo dalla vettura. E solo a questo punto si rende conto cosa fosse quella fitta alla schiena. E si mette a strillare, attirando lattenzione dei passanti.
Immediatamente alcuni volonterosi accorrono in suo aiuto, lo sorreggono, altri chiamano i carabinieri e il 118.
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