Roma - Sembra profilarsi un parziale dietrofront della maggioranza sulla responsabilità civile dei magistrati. Si lavora, infatti, secondo quanto si è appreso in ambienti parlamentari, ad una riformulazione del testo che ripristini il dolo e la colpa grave quale causa di possibile risarcimento danni, e che introdurrà "la violazione manifesta del diritto". Senza distinguere tra diritto comunitario e diritto interno. Alla modifica - che dovrebbe essere presentata fra stasera e domani al comitato dei 9 della commissione politiche comunitarie - stanno lavorando il relatore della legge comunitaria Gianluca Pini e il sottosegretario alla Giustizia, Maria Elisabetta Casellati.
Il testo originario L'emendamento che ha scatenato la reazione dell’opposizione prevedeva che la violazione manifesta del diritto sostituisse - nella legge del 1988 sul risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie e responsabilità civile dei magistrati - il dolo o la colpa grave. Si prevedeva, introducendo al posto del dolo o della colpa grave appunto la violazione manifesta del diritto, di modificare l’articolo 2 oggi così formulato: "Chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale". Con lo stesso emendamento il Carroccio chiedeva anche di sopprimere il secondo comma dell’articolo 2 che dispone: "Nell’esercizio delle funzioni giudiziarie, non può dar luogo a responsabilità l’attività di interpretazione di norme di diritto nè quella di valutazione del fatto e delle prove".
La manifesta violazione del diritto Con la riformulazione dell’emendamento, a cui stanno lavorando relatore e governo, invece, al dolo e alla colpa grave si affiancherebbe anche la "manifesta violazione del diritto" che verrebbe specificata, introducendo un comma 3-bis all’articolo 2 della legge del 1988. Fra i criteri anche "il grado di chiarezza e precisione della norma violata". Oggi, intanto, nel comitato dei 9 della commissione politiche comunitarie sono stati bocciati tutti gli emendamenti all’articolo 18 della legge comunitaria, quello che introduce appunto la responsabilità civile dei magistrati secondo quanto previsto dall’originario emendamento Pini. Respinti anche qualli presentati dalla maggioranza. Si tratta di una bocciatura tecnica per l’aula, viene spiegato, visto che si sta lavorando alla riformulazione del testo.
Corsaro (Pdl): andiamo avanti Nessuna manovra anti-giudici: Massimo Corsaro, vicepresidente vicario dei deputati del Pdl, nega il carattere punitivo nei confronti delle toghe dell’inserimento nella legge comunitaria in discussione alla Camera della riforma della legge sulla responsabilità civile dei giudici. "Pensare alla responsabilità civile anche per i magistrati - afferma in una nota - non è un gesto provocatorio né tantomeno una ritorsione. Si tratta di una questione di civiltà, un impegno assunto con i cittadini italiani che chiesero con il referendum del 1987 - mai convertito in legge nonostante l’80,2% dei votanti si fosse espresso a favore - di istituire la responsabilità civile per i giudici. Andremo quindi avanti, nonostante le polemiche strumentali della sinistra".
Bongiorno (Fli): è intimidazione "L'emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati è intimidatorio perché la scelta di non approfondire nelle sedi opportune la materia è una scelta inaccettabile.
Questo tipo di modifiche sbarra la strada al dialogo". Così Giulia Bongiorno, deputata di Fli e presidente della commissione Giustizia della Camera, al termine dell'assemblea dei parlamentari del Terzo polo a Montecitorio.
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