«Resteremo in Afghanistan» Poi sorrisi e battute in inglese

nostro inviato a San Pietroburgo

Dello spinoso caso del «rapimento» di Abu Omar e dell'inchiesta italiana sui legami Sismi-Cia non si è fatta parola, giurano Romano Prodi e tutta la delegazione italiana: «Non abbiamo discusso casi bilaterali. E poi credo che Bush non conosca nemmeno la sigla Sismi», taglia corto il premier italiano al termine del faccia a faccia con il presidente americano.
In compenso si è parlato di Irak e di Afghanistan, dove Prodi ha «confermato l'impegno italiano». E Bush non si sarebbe preoccupato di sapere se la sua maggioranza gli consentirà di mantenere la promessa: «Credo che non conosca nemmeno il nome di Diliberto», è la battuta che si lascia sfuggire uno dei collaboratori del presidente del Consiglio, parafrasando quella sul Sismi. Né Diliberto né tampoco, par di capire, gli otto senatori pacifisti che ieri si sono radunati a Roma per ribadire il loro no «senza se e senza ma» al rinnovo della missione a Kabul.
Ma intanto Prodi ha garantito il suo «impegno», e ha ricevuto l'assoluzione di Bush per il ritiro dall'Irak. È l’unica frase testuale del colloquio con l’inquilino della Casa Bianca che il premier italiano tiene a citare con tanto di virgolette durante la sua conferenza stampa nella residenza della delegazione italiana a Strelna, nel grande complesso monumentale sul golfo di Finlandia dove Wladimir Putin ospita i grandi del G8: «Bush mi ha detto: “Capisco benissimo la tua posizione sull'Irak, devi onorare gli impegni che hai preso durante la campagna elettorale. Una democrazia funziona così, e dunque non devi giustificarti”».
Accantonate le giustificazioni sull'Irak, il colloquio è andato avanti tra sorrisi e battute, in un clima che Prodi e i suoi non si stancano di definire «amichevole», e «cordiale», e «franco» e quant'altro possa dimostrare che i rapporti con Washington non si sono incrinati, e che il risultato del primo, sospirato incontro con il presidente Usa è stato positivo. E d'altronde Bush aveva già smorzato la disputa irachena con la recente intervista concessa al Sole 24 Ore, nella quale aveva parlato di «buone relazioni con l'Italia, anche se c'è disaccordo su alcuni temi», ma questo «fa parte della vita». Per la photo opportunity finale i due si sono presentati prodighi di sorrisoni e complimenti reciproci: Bush ha fatto le congratulazioni a Prodi per la vittoria dei Mondiali di calcio, Prodi ha assicurato che «la nostra amicizia è sempre più forte». E dallo staff di Palazzo Chigi trapelano particolari e battute: Prodi trova Bush «molto simpatico». Bush chiede notizie sulla situazione economica italiana: «Is it ok?». Pronta la risposta del premier italiano: «Ok è una parola forte...». «Ma noi vogliamo che l'Italia cresca», ha incalzato il Presidente.

«Me too, me too» («Anch’io, anch’io»), è stato il sospiro di Prodi. Fuoco d'artificio finale di Bush: «Ma è vero che in Italia c'è lo sciopero degli avvocati (odiatissimi negli Usa, ndr)? Che fortuna! Vedrai che questo aiuterà l'economia: è la cosa migliore che poteva capitarti...».

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