Il retroscena Le verità nascoste sulla guerra del derby

Ci avevano detto e ripetuto che con un presidente di Lega terzo, un manager di indubbia capacità, avremmo messo finalmente alle spalle i veleni sul conflitto d’interessi tra la gestione stessa della Lega professionisti e gli interessi di bottega del Milan. Avevano aggiunto che senza quei veleni avremmo vissuto una stagione meno tormentata nei rapporti tra club e dirigenti. Ce lo avevano detto e ripetuto i moralisti di ogni fede, eppure molti di noi non avevano creduto a quel vaticinio, finendo al rogo con l’accusa di nostalgia canaglia per il vecchio regime. È bastato attendere che salisse la temperatura del torneo, che - sgonfiatasi la bolla della Juve - riprendessero quota le azioni del Milan, per far riprecipitare il derby di Milano nel pozzo avvelenato.
Sulla vicenda delle date di coppa Italia ci sono molte verità nascoste che è bene qui segnalare. Solo un uomo di trasparente onestà, Leonardo, ha declinato semplicemente il proprio tornaconto a nome del Milan: «Vivere la settimana del derby senza la coppa Italia è positivo per noi». Viva la faccia. Tutti gli altri hanno provato a lanciare il sasso nascondendo la mano. L’Inter ha minacciato (parole e pensieri di Massimo Moratti affidate al dg Paolillo) di spedire la primavera contro la Juve il giovedì 28 gennaio, lamentandosi dell’uso eccessivo (due partite in 24 ore) dell’erba di San Siro. È un pretesto, naturalmente, smentito, tra l’altro, da un precedente affiorato dall’archivio. Nel dicembre del 2007 infatti accadde già che San Siro accogliesse il 4 dicembre Milan-Celtic di Champions League (1 a 0, gol di Inzaghi) e il 5 dicembre Inter-Lazio, recupero di campionato (3 a 0 per i morattiani): milanisti e interisti giocarono senza elevare al cielo alcuna protesta.
Galliani (per il Milan) e Beretta (per la Lega) hanno fatto tutto in gran segreto, è stata l’altra accusa emersa nelle pieghe della decisione. Falso. I club coinvolti sono stati tutti consultati e hanno espresso il loro consenso: l’Udinese per la coppa Italia e la Fiorentina per il recupero di campionato. Galliani ha parlato direttamente e scherzato con Diego Della Valle sull’argomento. «Inter e Juve non sono state avvertite perché non interessate direttamente dal cambiamento» la precisazione degli uffici della Lega. Qual è il risentimento, autentico, dell’Inter? Uno e uno soltanto: vedere, con dispetto, che il Milan è riuscito a liberare da impegni extra la settimana del derby, giocando così alla pari il duello. Può pensarlo ma non può dirlo apertamente, altrimenti dove finirebbe il celebrato fair-play della famiglia Moratti? Resta in piedi il pretesto dell’erba rovinata. Galliani ha provato a spiazzare Paolillo (leggi Moratti) dichiarandosi disposto a un sorteggio per cambiare giorno e se così dovesse finire torneremmo al chiacchierato passato.

Vi ricordate quando, a casa di Franco Sensi, Carraro, presidente della Lega, fu costretto a sorteggiare tra Baldas e Mattei per scegliere il designatore arbitrale?
Da domani, alla riapertura degli uffici, i giochi e gli scontri riprenderanno e dovranno fare i conti anche con i veti della Rai che ha già espresso il proprio orientamento. Mercoledì 27 gennaio il calcio (e quindi Milan-Udinese) va su Raitre per dare spazio al Giorno della memoria, giovedì 28 Inter-Juve può primeggiare su Raiuno. Persino la Shoah complotta col Milan.

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