Laura Verlicchi
Nellera del computer come in quella dellabaco, la revisione contabile è il cuore dellattività del commercialista: un po come la diagnosi per il medico o larringa per lavvocato. Era quindi inevitabile che uno dei primi, se non il primo argomento affrontato dalla categoria allindomani dellistituzione dellAlbo unico fosse proprio uno dei fondamentali della professione economica: la revisione contabile, e più in particolare quella che si riferisce alle piccole e medie imprese che non fanno ricorso al capitale di rischio. E come spesso accade fra professionisti provenienti da scuole diverse, con qualche divergenza dopinione. Un tema che approfondiamo con Lucia Starola, membro della Fondazione Pacioli.
Il dibattito sulla revisione contabile, per dottori e ragionieri, è una questione di principio?
«Se intende che tutto parte dai principi di revisione, sì. Principi che sono poi sempre gli stessi, in quanto codificano i processi logici consolidati nel tempo. A cominciare dal primo fra essi, la cosiddetta valutazione del rischio. È evidente che se nella società di cui sto esaminando i conti esiste già una forma di controllo interno - per esempio, perché le responsabilità dei vari settori sono in capo a persone diverse - il rischio di irregolarità diminuisce: se invece il controllo è scarso o assente, il rischio di errore, anche in perfetta buona fede, sale. E deve quindi aumentare proporzionalmente la gamma dei controlli».
Su questo immagino siano tutti daccordo.
«Certamente. Il problema si pone piuttosto sullopportunità di utilizzare per le Pmi gli stessi principi utilizzati per le società quotate: tenendo conto che per queste ultime la Consob impone il loro utilizzo ed effettua un controllo di qualità sulloperato delle società di revisione. Ma anche per lattività svolta dagli altri revisori lUnione europea prevede listituzione a breve di un ulteriore controllo di qualità. Il che ovviamente richiede lesistenza di una documentazione ben precisa e dettagliata dei controlli svolti con la cosiddetta check list».
Di che cosa si tratta?
«Né più né meno che della lista dei controlli, come dice il termine inglese: un po come quelli che si fanno a un aereo prima del decollo e dopo latterraggio. Il paragone non è strano come può sembrare, perchè in effetti anche da questi controlli contabili dipende la sicurezza dellazienda, dei suoi dipendenti, clienti e fornitori: proprio come quella dellequipaggio e dei passeggeri dipende dai controlli sullaereo. Ovviamente ci sono delle differenze rispetto alle quotate: a cominciare dal fatto che ogni società di revisione ha la sua check list, e ne è in qualche modo gelosa»
Ma non abbiamo detto che i principi di revisione sono sempre gli stessi?
«Sì, ma la procedura può cambiare. Proprio su questo punto esistono delle divergenze fra ragionieri e dottori commercialisti. Questi ultimi ritengono, in pratica, che il controllo nelle imprese più piccole debba essere diverso dalla revisione utilizzata per le società quotate, e che si debbano quindi realizzare dei principi di controllo contabile ad hoc per lampio universo delle piccole e medie imprese, che non fanno ricorso al capitale di rischio».
E qual è invece lopinione dei ragionieri?
«Noi siamo convinti che gli obiettivi e i principi di revisione siano i medesimi per tutte le revisioni contabili, indipendentemente dalla dimensione e dalla struttura dellazienda di cui ci si occupa. Questo non esclude, anzi rende auspicabile, che lapproccio di revisione, le metodologie e le procedure adottate di volta in volta dal revisore differiscano caso per caso».
Ma questo è possibile concretamente?
«Sì, grazie ai nuovi principi di revisione; che non sono più, come un tempo, gabbie immodificabili ma lasciano spazio alla professionalità del revisore nel giudizio sulle tecniche da adottare».
Ritenete possibile trovare un accordo su questo punto allinterno della categoria?
«In sostanza è una questione più che altro terminologica, su cui non è certamente impossibile un avvicinamento. Certo, occorrerà tempo: ma la revisione contabile non è certo un argomento da esaurire in poche battute. Sarà anzi un lavoro che andrà avanti per moduli progressivi, nel tempo».
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