Altro che sfratto: «Riccardo De Corato avrebbe avuto tutte le carte in regola per fare il sindaco, di Milano». Massimo Corsaro lo conosce bene. E il suo, da vice coordinatore regionale del Pdl, non è solo un riconoscimento allo storico vicesindaco del centrodestra milanese. È anche un giudizio politico.
Però, onorevole, la Lega prenota quel posto. Che ne pensa della richiesta?
«Penso che ogni volta che avvicina una tornata elettorale si cerca di mettere i “cavalli di Frisia” davanti all’interlocutore».
Per il Carroccio la cosa non è neanche in discussione...
«Intendiamoci, la cosa non mi stupisce. Credo che sarà attuale fra sei mesi. Mi sembra un’uscita infelice, ma ci sta che la Lega la faccia così in prima battuta magari per negoziare».
Una mossa tattica...
«Bisogna capire se si discute del vicesindaco per capire qual è la persona più adatta a coadiuvare il sindaco, o se lo si fa per piantare una bandierina, come sembra visto che non si fanno i nomi».
In realtà si parla di Salvini. Non avrebbe le caratteristiche adatte secondo lei?
«Io non giudico, ricordo che anche per la Provincia la Lega è partita allo stesso modo, poi si è concluso che la figura più confacente non fosse della Lega. Un conto sono le sparate un conto le scelte, e la Lega quando le cose le fa è seria e concreta, e non escludo che si renderà conto che ci sono altri modi di risolvere la questione».
Con un accordo diverso?
«Nella scelta dei presidenti di assemblea il Pdl ha dimostrato di non essere fortunato, qui o a Roma. La Lega potrebbe rivendicare una scelta del genere, anche se leggo che anche il mio amico Boni sta interpretando i ruolo come alterità rispetto alla giunta».
Ma in Regione la Lega ha sia il vicepresidente sia il presidente di assemblea...
«In Regione ha anche un peso assai superiore che in città».
Sarebbe più corretto aspettare i risultati elettorali dunque?
«Per questo dico che è un posizionamento. Oppure la Lega convincere i milanesi che c’è una proposta migliore, e mi pare impossibile. Nessuno come De Corato conosce Milano, le sue tensioni, i suoi disagi. Non c’è un milanese che non gli ha fatto una domanda senza avere una risposta. In ogni emergenza c’è lui. È un fuoriclasse per capacità amministrativa».
É lo stesso giudizio che ne dà Albertini...
«Il Milan può volersi disfare di Ibrahimovic? De Corato è stato la chiave di volta del buon governo di quei 10 anni, anche per la capacità di coinvolgere una macchina che era ostile».
E se non dovesse fare il vicesindaco, magari per scelta?
«Ha l’esperienza per assumere tanti altri ruoli, a partire dal governo nazionale».
Lo vede, per esempio, sottosegretario agli Interni?
«Sono scelte che dovrebbe fare principalmente lui. Ma sarebbe un incarico in cui può portare solo cose positivissime».
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