da Milano
Uno dei marchi più antichi e prestigiosi dellindustria italiana, Richard Ginori 1735, da tempo in crisi industriale e finanziaria, si appresta a voltare pagina. Loperazione avviene «a monte», a livello di controllante, perché ieri la Iprei di Carlo Rinaldini, azionista di controllo di Pagnossin (che a sua volta controlla Ginori), e la Vetrofin di Rocco Bormioli hanno firmato una lettera per la definizione di un accordo (che sarà formalizzato nellarco di 2-3 giorni) per la ristrutturazione e il rilancio del gruppo toscano della porcellana artistica. Loperazione prevede la creazione di una newco controllata pariteticamente e una ricapitalizzazione, compatibile con lattuale proposta di aumento di capitale di 30 milioni di Pagnossin.
Le linee dellaccordo prevedono: Iprei e Vetrofin costituiranno una nuova società alla quale Iprei apporterà il pacchetto azionario di controllo pari al 50,01% di Pagnossin; Vetrofin apporterà alla newco liquidità per almeno 12,5 milioni; Iprei e Vetrofin deterranno il capitale della newco in quote paritetiche; la newco sottoscriverà la quota di propria competenza (15 milioni) del deliberando aumento di capitale sociale di Pagnossin.
Il collocamento - secondo quanto scritto in una nota - della restante quota di aumento del capitale di Pagnossin destinata al mercato (15 milioni) sarà coordinato da un «primario istituto bancario». Laccordo finale è condizionato allaccoglimento da parte della Consob del piano di ristrutturazione con consenguente esenzione dellOpa (deroga possibile per le società in crisi) e allottenimento dellimpegno da un istituto di credito a garantire la sottoscrizione delleventuale inoptato.
I titoli Pagnossin e Ginori, entrambe controllate da Carlo Rinaldini (che è anche commissario straordinario di Volare), ieri sono rimasti a lungo sospesi in Borsa. Alla chiusura Ginori ha subito una flessione dello 0,3 mentre Pagnossin (che tra laltro ha un importante asset immobiliare da cedere) ha registrato un balzo del 6,9%.
Quanto a Richard-Ginori, di recente è stato presentato un piano industriale che prevede la mobilità per 109 dipendenti su 375; già un paio di anni fa gli immobili sono stati scorporati, e oggi appartengono alla società per il 50%. Lultima trimestrale (marzo 2006) è molto negativa, anche per effetto di massicce svalutazioni, con un calo del fatturato superiore al 10% (a 6,9 milioni), un margine operativo lordo negativo per 255mila euro e una perdina netta di 1,2 milioni.
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