I vescovi italiani scendono in campo sulla questione «morale» nella politica, dichiarandosi «preoccupati per lo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile» che «mette in mostra uno sforzo narcisista». È la posizione espressa dal segretario generale della Cei Mariano Crociata, che denuncia il «richiamo alla moralità, prima tanto dileggiata a parole e con i fatti, per altri scopi, di tipo politico, economico e di altro genere». Loccasione è rappresentata dalla festa in onore di Santa Maria Goretti: «Nessuno - sottolinea il presule nellomelia di ieri in Vaticano - deve pensare che in questo ambito non ci sia gravità di comportamenti o che si tratti di affari privati, soprattutto quando sono implicati minori, cosa la cui gravità grida vendetta al cospetto di Dio». Esorta Crociata: «Dobbiamo interrogarci tutti sul danno causato e sulle conseguenze prodotte dallaver tolto linnocenza a intere nuove generazioni».
Nel richiamo non vè alcun riferimento esplicito agli attacchi mediatici che hanno chiamato in causa nelle ultime settimane il premier Silvio Berlusconi. A ogni modo, per i vescovi non è un segno di progresso sociale e culturale il fatto che «oggi si sia arrivati ad agire e a parlare con sfrontatezza senza limiti di argomenti di cui si dovrebbe veramente arrossire e vergognare».
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