«Ricomincio da dove ho interrotto: la crisi nel centrodestra»

«Qualcuno afferma che abbia provocato tutto io, ma ovviamente non è andata così» ha detto Gianluigi Paragone ieri durante la presentazione alla stampa, nella sede milanese della Rai, della seconda edizione del suo talk show politico L’ultima parola, che riprenderà domani in seconda serata su Rai 2, alle 23.40. «Potrebbe essere vero, però - ha precisato - dire che tutto è iniziato proprio a L’ultima parola, durante quello storico litigio».
Il riferimento è a quando Maurizio Lupi, Italo Bocchino e Adolfo Urso se le diedero di santa ragione (almeno a parole) durante la puntata del 16 aprile scorso, portando alla luce quella frattura interna nel centro destra che nei mesi successivi si è poi concretizzata e che ancora oggi tiene banco sui mass media con ottimi risultati di audience. Sarà appunto questa frattura il tema della prima puntata, ospiti Vittorio Feltri, Lucia Annunziata, Enrico Mentana, Peter Gomez, Pietrangelo Buttafuoco e Vittorio Sgarbi. «Gli ingredienti della trasmissione - ha spiegato Paragone - saranno sempre gli stessi cari al giornalismo classico: il Palazzo, l’economia, la società. Faremo inchieste e porteremo politici nel nostro studio di via Mecenate a Milano. Talvolta è difficile farli muovere da Roma, ma noi ci proveremo». Per riuscirci, Paragone avrà a disposizione 33 puntate, più del doppio della prima edizione.
Altra novità è il rafforzamento sul web: «La trasmissione ha un suo metronomo ormai perfezionato - ha spiegato Paragone - nonché una sua identità acquisita, mentre il linguaggio del web è ancora tutto nuovo e da plasmare: certo non ci limiteremo a replicare on line quello che accadrà in televisione. Con l’aiuto di Rainet abbiamo organizzato una diretta su internet dal backstage del programma. Sarà trasmessa intorno alle 16». Il sito dove vederla è www.lultimaparola.rai.it
Nell’attuale difficile clima politico la ripresa di L’ultima parola era molto attesa. All’interno della polifonia di voci di Rai 2, il talk show di Paragone è percepito dal pubblico come una sorta di controcanto ad Annozero di Santoro e Il fatto del giorno di Monica Setta. «Quest’estate - ha detto Paragone, facendo eco al direttore di Rai 2 Massimo Liofreddi, presente alla conferenza - molti di noi giornalisti hanno sentito l’esigenza di ripartire prima con i propri programmi, per spiegare cosa stava accadendo nel centro destra. Io ho continuato a dire la mia scrivendo, ma prima o poi una riflessione andrà fatta su queste pause estive dell’approfondimento politico: sono troppo lunghe, soprattutto quando accade qualcosa di importante. Enrico Mentana l’ha capito e ci si è infilato con bravura e velocità. Comunque non mancava un tg La 7, mancava proprio Mentana, il suo linguaggio. Più che colmare un vuoto, si è sovrapposto ad altri. Per quanto mi riguarda, io partirò nei miei approfondimenti da una tesi personale, senza la quale non si può approfondire nulla, lascerò che si sviluppi durante la puntata un’antitesi, e che il pubblico a casa sviluppi da solo la sintesi».


E a proposito del pubblico in studio: «Quello certificato, così come l’ospite certificato, non farebbe mai decollare una puntata» ha detto Paragone, escludendo la possibilità di avere un parterre «autorizzato» ma, forse, noioso.

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