L'ultima stoccata i residenti ed i commercianti di viale Monza e di via Padova l'hanno incassata a fine dicembre. Nella scelta per le assegnazioni delle nuove feste di via, i quartieri di viale Monza e via Padova figurano infatti nell'elenco delle grandi escluse. Nessuna bancarella, nessuno stand e niente giostrine gonfiabili per i bambini. Le due vie, per quest'anno, rimangono di fatto tagliate fuori dal circuito aggregativo delle feste di quartiere. E ora che è estate e molti sono costretti a casa dalla crisi economica, non cè nemmeno il sollievo di una bella festa rionale: il pretesto migliore per stare insieme e per godersi specialità fatte in casa, danze e chiacchiere. Soprattutto per gli anziani che passano tutto il giorno da soli.
Non bastavano il degrado e l'alta concentrazione di extracomunitari che già di per sé rendono difficile la vita di queste periferie, tanto da richiedere a gennaio l'invio dell'esercito, adesso ad allontanare ancora di più dal centro questo pezzo di città «contribuirà la mancanza delle consuete feste di via» che per due volte all'anno, da 25 anni a questa parte «aiutano a mantenere salda l'identità del quartiere» afferma Angelo Dossena, presidente di AscovialeMonza, l'associazione dei negozianti di via.
A nulla sono servite le proteste di residenti e commercianti che dallinizio dellanno si battono per riottenere la concessione di almeno una delle due feste in programma. La decisione di palazzo Marino al riguardo sembra irrevocabile. Un colpo basso per entrambi i quartieri, difficile da digerire tanto che di il presidente di AscovialeMonza ha deciso di ricorrere ad un avvocato.
Nella multietnia che caratterizza viale Monza e viale Padova, tra kebab e macellerie maghrebine al posto delle vecchie insegne dei droghieri di una volta, l'integrazione sembra ancora un miraggio lontano. La criminalità si annida in ogni angolo del quartiere e nonostante i nuovi lampioni che, da piazza Loreto fino all'altezza di via Bolzano su viale Monza, avrebbero dovuto illuminare il buio dello spaccio, la situazione non sembra essere migliorata. «Gli italiani continuano a scappare via - continua Dossena - e quei pochi che ci sono si rintanano in casa con la paura di uscire appena fa buio, ecco perché le feste di via diventavano un momento di aggregazione importante per questa periferia, si poteva ancora tentare di ricucire l'identità del quartiere, senza dimenticare che il Comune, con l'abolizione delle feste, ha scelto deliberatamente di privarsi di un'entrata assicurata».
Per l'organizzazione di quattro feste di via, due in via Padova e due in viale Monza, nella casse di palazzo Marino sarebbero finiti infatti circa 80mila euro: «Gli amministratori avrebbero potuto riutilizzarli per migliorare questo quartiere e renderlo almeno più bello» aggiunge Dossena.
Ma la battaglia non è ancora finita e una nuova raccolta firme è appena cominciata: «Sono saltate le feste in programma ad Aprile - conclude il presidente dell'associazione commercianti - ma faremo di tutto per riprenderci quelle previste in autunno».
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