Il Riesame blocca le azioni di Coppola

Il Riesame  blocca le azioni di Coppola

da Milano

Linea dura. Resta sotto sequestro il pacchetto azionario di Antonveneta, appartenente all’immobiliarista Danilo Coppola. Lo schiaffo arriva dal Tribunale del riesame e segue di 24 ore la decisione, inaspettata, del gip, Clementina Forleo, che domenica aveva stabilito di lasciare a San Vittore Fabio Massimo Conti, il gestore del fondo Victoria & Eagle in carcere per associazione a delinquere. Due provvedimenti paralleli che testimoniano le difficoltà di un’indagine che procede faticosamente attraverso complessi accertamenti e ore e ore di sfibranti interrogatori. Per la Forleo le dichiarazioni di Conti «non appaiono qualificabili come collaborazioni». In sostanza, il finanziere non ha parlato dei suoi depositi, sparsi in mezzo mondo e ancora in corso di quantificazione: non ha rivelato, per esempio, che solo nei forzieri di Singapore erano parcheggiati 12 milioni di euro da aggiungere agli altri tesori e tesoretti emersi con lo scavo investigativo. Gli avvocati di Conti sottolineano che quei 12 milioni non c’entrano con la Banca popolare italiana e con Fiorani, ma il gip la pensa diversamente. E prende in considerazione anche il pericolo di fuga. Risultato: tutte e quattro le persone arrestate il 13 dicembre scorso sono ancora a San Vittore.
Per quel che riguarda Coppola, il Tribunale della libertà è altrettanto duro: solo con il pugno di ferro «è infatti possibile scongiurare il rischio che Coppola, tornato in possesso dei titoli azionari, li ponga in vendita sul mercato e realizzi l’illecito profitto derivante dal reato contestato».
Oggi, tocca a Giovanni Consorte provare a rompere l’accerchiamento dei Pm.

I suoi avvocati consegneranno al Pool milanese una memoria di trenta pagine, più gli allegati, in cui l’ex numero uno di Unipol cerca di documentare le consulenze svolte dal 2001 per conto del finanziere Chicco Gnutti e che giustificherebberro i 45 milioni di euro, se non di più, incassati in coppia con il suo vice, Ivano Sacchetti. Consorte nega perfino di essere stato un cliente privilegiato di Bpl. La prova? Lui avrebbe sempre pagato le tasse sui capital gain.

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