Rifiuti, Napoli costerà cara 700mila euro al giorno

L'Europa fa sul serio: il 30 gennaio scatterà il secondo avviso all'Italia. Se la sanzione fosse stata applicata all'inizio dell'emergenza rifiuti ora pagheremmo già 12 milioni

Rifiuti, Napoli costerà cara 
700mila euro al giorno

Sandro Castagna

Roma - Non era un monito generico quello di Stavros Dimas: il commissario europeo all’ambiente, due giorni fa, aveva chiarito senza peli sulla lingua che se fossero continuate «le violazioni» alla legislatura comunitaria, la Ue sarebbe passata all’azione, anche con multe pesantissime. E ieri è arrivata la conferma che Bruxelles non molla la presa. Un portavoce di Barroso ha fatto sapere che è ormai sicuro che «il 30 gennaio ci sarà una seconda lettera di messa in mora» dopo quella dello scorso giugno. Dopodiché Roma avrà due mesi di tempo per sistemare le cose. Non lo facesse, sarà la corte di Lussemburgo a decidere, ma già si sa che si rischiano dai 20mila ai 714mila euro al giorno. Una fortuna gettata nell’immondizia.

Fosse già operativa la decisione giudiziaria, visto che si è al diciassettesimo giorno ormai di caos in Campania, Prodi avrebbe fatto evaporare da un minimo di 340mila euro a un massimo di 12 milioni. Niente affatto una sciocchezza visto lo stato della nostra finanza pubblica e lo stato del paese che reclama quattrini per investimenti produttivi o per la riduzione delle imposte e certo non lascerebbe passare in silenzio la combustione di tanti soldi per via di continue violazioni alle norme comunitarie. Specie su un tema come lo smaltimento dei rifiuti. C’è un precedente - trapelato proprio dalla sede della commissione - che dovrebbe far riflettere tanto palazzo Chigi che la regione Campania. Il minimo della multa (20mila euro al giorno) fu deciso per la Grecia nel 2004: un torrentello essiccato dell’isola di Creta fu trasformato in discarica e visto che Atene fece ben poco davanti agli inviti a rimediare, si passò alle penali sulla base di quanto previsto dal trattato di Maastricht. Più che probabile però - fanno sapere nei corridoi della commissione a Bruxelles - che se Roma non si darà da fare, la multa giornaliera possa esser molto più salata. Intanto perché sono ben 14 anni che la Ue storce vistosamente il naso per le non soluzioni al problema dei rifiuti in Campania. È del ’99 la prima delle tante reprimende - guarda caso proprio per una discarica nel napoletano - che Bruxelles ha fatto ai nostri governi. E inoltre perché proprio in questi ultimi tempi, grazie a Blair prima e alla Merkel oggi, è «salita» di molto l’attenzione della Ue davanti alle problematiche ecologiste e di riciclaggio. Proprio la Cancelliera di Berlino ha insistito a lungo negli scorsi mesi per far salire il tema nella classifica delle cose da fare. Insomma, per farla breve, a Bruxelles si ritiene che se Prodi non convincerà Barroso, Dimas e gli altri della bontà del suo piano la multa quotidiana non sarà affatto uno scherzo come del resto già rilevato qualche giorno fa da Emma Bonino. Scontato dunque che parta il secondo avviso a fine mese. Che comunque sarà preceduto da un altro appuntamento «tecnico» nella capitale italiana, dove funzionari della commissione ambiente della Ue incontreranno quelli del Governo Prodi per esaminare il piano messo a punto ai primi di gennaio e che a Roma si spera possa essere operativo in brevissimo tempo.

Quello della velocità di reazione all’emergenza rifiuti è stato del resto un tasto toccato con una certa forza da Dimas nel suo intervento in aula a Strasburgo nel dibattito sulla vicenda. Il commissario greco ha detto che bisogna intervenire in tempi strettissimi e questo, per quel che si è capito, appare problematico in Campania. Mentre la procedura di denuncia, continua a marciare. Implacabile.

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