Napolitano atto secondo. Il tema è sempre quello: la giustizia. Dopo aver strigliato le toghe, spingendo sulla necessità di un "valido codice deontologico" per "affermare il necessario rigore nel costume e nei comportamenti" dei magistrati, oggi il capo dello Stato torna sul tema. Questa volta, la sua analisi non prende di mira i magistrati, ma la giustizia nel suo complesso e nella sua problematicità.
"Occorrono riforme incisive e di ampio respiro", scrive il presidente della Repubblica in un telegramma inviato alla settima conferenza nazionale dell’Avvocatura. Secondo Napolitano, "nell’attuale fase di difficoltà per il consolidamento degli equilibri della finanza pubblica e per il conseguimento di un elevato ritmo di crescita economica la modernizzazione del sistema giustizia costituisce obiettivo indifferibile imposto sia dall’esigenza di assicurare al cittadino procedure giudiziarie di ragionevole durata sia dalle gravi conseguenze che le odierne inefficienze comportano per la competitività del Paese".
Insomma, adesso anche Napolitano si è accorto che la macchina della giustizia viaggia con il freno a mano tirato. E spinge per una velocizzazione di una riforma della giustizia diventata ormai irrinunciabile.
Per ovviare al malfunzionamento del sistema giudiziario, il capo dello Stato invita ad attuare riforme di ampia portata "che razionalizzino l’organizzazione giudiziaria, snelliscano i processi, assicurino la certezza del diritto e corrispondano alle esigenze collettive di sicurezza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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