Milano - Al termine di una lunga giornata di scioperi, il capo dello Stato, interpellato da alcuni alunni nella tenuta presidenziale di
Castelporziano, invita tutti a guardare senza preconcetti ai progetti di
riforma scolastica. Non si possono dire soltanto dei "no", nè bisogna
farsi prendere dalla paura. Si può essere d’accordo su alcuni
cambiamenti e non su altri", ha detto Giorgio Napolitano.
Napolitano: "Non bisogna dire solo di no" È stata una studentessa di Milano in una sorta di botta e risposta, a porre al capo dello Stato il problema della riforma scolastica: "Molti
insegnanti perderanno il posto di lavoro con la riforma che si sta
preparando, quale futuro ci sarà per i loro figli?". Napolitano spiega: "Bisogna discutere dei cambiamenti da fare, si può essere d’accordo
su alcuni e non su altri, ma non bisogna dire solo di no e farsi prendere
dalla paura". "Credo che bisogna essere attenti - aggiunge il
presidente - e non farsi prendere da nessun allarme o esagerazione".
"La scuola non dà tutto ai ragazzi" Napolitano ha sottolineato con precisione il ruolo del Parlamento nella
discussione di ogni riforma, compresa quella della scuola. "Io non
sono il ministro della Pubblica istruzione, guardo ciò che fa il Governo
e il Parlamento - spiega il presidente - sono stati presentati dei progetti
in Parlamento che saranno discussi con i sindacati e con i
rappresentanti del mondo della scuola".
Quello che è certo, conclude Napolitano, è che "ci sono alcune cose
da cambiare nella scuola, che non dà tutto quello che dovrebbe dare ai
ragazzi sul piano della formazione e della preparazione al lavoro".
Gelmini: "Non li capisco" Il
ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha detto oggi di non riuscire a comprendere le ragioni di chi protesta contro la sua riforma scolastica
e oggi è sceso in piazza a manifestare.
"Le ragioni della protesta francamente non le comprendo, e sono sempre più convinta che molti di coloro che scendono in piazza non hanno
letto il provvedimento", ha detto il ministro, intervenendo al telefono alla trasmissione tv Panorama del Giorno.
Venerdì di passione Le grandi città hanno risentito delle proteste
organizzate dai sindacati di base, che oggi hanno proclamato una
giornata di fermo generale che ha coinvolto trasporti, sanità, scuola,
servizi pubblici. Secondo le organizzazioni dei lavoratori, le
adesioni sono arrivate a 2 milioni in tutta Italia. Ma le ripercussioni sono
state pesanti.
Per Roma è stato un venerdì di passione. Le vie della capitale, già
penalizzate dai mezzi pubblici che viaggiavano a singhiozzo, sono
state attraversate da un lungo corteo partito da piazza della
Repubblica, a cui hanno preso parte circa 500mila persone, secondo
gli organizzatori. Con i lavoratori aderenti a Rdb, Cobas e Sdl, infatti, hanno sfilato
studenti e universitari, che ad un certo punto si sono staccati per
convergere verso il ministero dell’Istruzione, mentre il resto dei
manifestanti si è diretto in piazza San Giovanni. Il traffico è rimasto
paralizzato. Problemi anche per molti genitori di figli minorenni, che,
con le scuole in sciopero (adesioni fino al 70% secondo i Cobas), sono
stati costretti a recarsi di persona negli istituti per autorizzare i ragazzi
a tornare a casa, "missione di recupero" che, in molti casi, è costata
lunghe attese in fila.
Milano: molti mezzi pubblici in circolazione Giornata difficile anche a Milano.
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