da Roma
Ci risiamo. Famiglia Cristiana torna nuovamente a censurare con toni aspri la situazione politica italiana e le gesta dei suoi protagonisti. «Ora basta» recita leditoriale del numero in edicola questa settimana, stavolta a firma di Beppe Del Colle, che replica alle critiche piovute dopo le frasi con cui lunedì la rivista accusava il governo di creare «una finta emergenza» sicurezza per nascondere i mali del Paese. Non solo. Del Colle, riprendendo le perplessità espresse dalla rivista francese Esprit sulla presunta durezza delle autorità italiane «contro romeni e zingari», si augura, spingendosi nel paradosso, che «non si riveli mai vero il suo sospetto che stia rinascendo da noi sotto altre forme il fascismo».
Un attacco diretto contro il ministro Maroni, reo di aver generato un provvedimento, quello della raccolta delle impronte degli abitanti dei campi nomadi, che il settimanale diretto da don Antonio Sciortino definisce «indecente», ma anche contro il sottosegretario Giovanardi, che li aveva bollati come «cattocomunisti». «Nessuna autorità religiosa ci ha rimproverato nulla del genere» risponde lautore, «e lui non ha nessun titolo per giudicarci dal punto di vista teologico-dottrinale». A stretto giro arriva durissima la risposta dello stesso Giovanardi: «Di fascista oggi in Italia ci sono solo i toni da manganellatore che Famiglia Cristiana consente di usare a Beppe Del Colle». Parole pesantissime che fonti governative considerano «una reazione un po troppo istintiva», non avendo Palazzo Chigi nessuna intenzione di replicare a Famiglia Cristiana. Critiche al settimanale sono comunque giunte dal ministro della Difesa, La Russa e dal capogruppo della Lega alla Camera, Cota.
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