«Ripartiamo con i veri berluscones»

«Dobbiamo rifondare il Pdl».
Franco Nicoli Cristiani, vicepresidente del consiglio regionale, un bell’impegno.
«Non trasmettiamo più il messaggio di una volta. Non colpiamo più la gente e la gente e la gente non ci vota».
Avete preso una bella batosta.
«E noi dobbiamo fare una profonda e attenta valutazione dei risultati».
Mi sembra che lei l’abbia già fatta.
«La gente ha votato Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris e va rispettata».
E fin qui non ci piove.
«Ma chi ha perso è giusto si dimetta».
Ecco.
«Tutti, dai vertici nazionali a quelli regionali e locali devono rimettere il mandato nelle mani del presidente del partito».
Silvio Berlusconi.
«Se hanno dignità, devono andare via. Poi deciderà Berlusconi se respingere le dimissioni e rimetterli al loro posto».
E Berlusconi non ha fatto errori?
«Magari li avrà fatti, ma non si possono sempre far ricadere tutte le colpe su di lui. Il partito deve essere per lui un supporto e non un guaio, deve già fare il presidente del consiglio, problemi ne ha già tanti».
E del partito chi si occupa?
«Nel 52 a.C. Giulio Cesare perdeva la battaglia con Vercingetorige. Sa cosa fece?».
Al momento mi sfugge.
«Richiamò la tredicesima legione, quella dei veterani. E con loro battè i galli».
Immagino che il veterano sia lei.
«Sono un “berluscones” della prima ora. E come me ce ne sono tanti che si sono allontanati, ma sono pronti a tornare».
Tornare a far cosa?
«A rifondarlo dal basso. Dai più umili ruoli nei paesi, fino ai leader nazionali».
Da Vercingetorige ad Attila.
«Dobbiamo ricominciare a parlare con gli elettori. A capire i loro problemi. Basta nascondersi dietro la crisi».
La crisi c’è.
«E noi dobbiamo dare risposte. Il governo governi bene. E noi spieghiamolo».
Il voto è una critica a Berlusconi?
«Il nostro leader è uno. Teniamocelo stretto e difendiamolo».
Una campagna elettorale sbagliata?
«Inutile riempire con i pullman il PalaSharp di militanti di altre città».
Cosa bisogna fare?
«Io la campagna l’ho fatta, sia chiaro. Sono andato 29 volte in provincia di Mantova. Discutere di politica. Dobbiamo tornare a discutere di politica».
Al bar?
«Macché bar. Solo in Lombardia abbiamo migliaia di consiglieri, centinaia di assessori e sindaci. Dobbiamo ricominciare a parlare con loro, tornare a essere un partito organizzato sul territorio».
Organizzato cosa significa?
«Premiare la meritocrazia e non le amicizie. I responsabili devono essere eletti».
Formigoni dice che dovete darvi una mossa.
«Ha ragione, questo non è un campanello d’allarme, è una sirena».
I sui dicono che il modello di centrodestra di Formigoni funziona.
«Certo. Io non sono un ciellino, ma quello di Formigoni è un modello vincente. Gli vanno riconosciute doti di leader e grande capacità di fare politica».
Le piacciono le primarie?
«Si possono fare. Ma l’importante è scegliere i candidati sei mesi prima e non il 15 aprile se le liste si consegnano il 18».
Un altro errore?
«Qui la gente pensa che basta essere del Pdl e si vince. Mettiamoci in mente che non è più così».
La Moratti era il candidato giusto?
«In troppi l’hanno danneggiata. Abbiamo disorientato i nostri elettori».


E ora?
«Ora spunteranno i condor, pronti a calare sui cadaveri».
Lei non ci è andato giù leggero.
«Critico, ma sono nato con Berlusconi e morirò con Berlusconi. Politicamente s’intende».
In sintesi?
«Congressi e meritocrazia. E il Pdl tornerà a vincere».

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