Per risalire nei sondaggi Boeri cancella le bandiere del Pd

L’architetto candidato alle primarie ironizza sui consulenti d’oro della Moratti. Ma tralascia di essere stato a libro paga

Stefano Boeri è già costretto a rincorrere. A quattro settimane dal voto per le primarie per il sindaco del centrosinistra, gli ultimi sondaggi lo danno dietro a Giuliano Pisapia. L’avvocato sostenuto da Sinistra e libertà è pronto a vestire i panni del Nichi Vendola del nord (il governatore pugliese tra l’altro sarà a Milano per sostenerlo il 6 novembre), sbaragliando il candidato del Pd alle primarie. Non sarà un caso, forse, che l’architetto Boeri abbia organizzato nei dettagli ieri mattina una convention all’americana al teatro Smeraldo, con tanti palloncini blu e la colonna sonora della campagna, «Respirare e lavorare» (tra i passaggi dell’inno, un autolesionista «perdere e ricominciare»). Niente bandiere del Pd, sia mai che mascherandosi da indipendente possa raccogliere più voti.
Per carità, dal palco Boeri ringrazia «quel partito popolare che è il Pd, che ha deciso di aiutarmi in questa sfida. Delegittimare i partiti significa condannarci ad aspettare lo stregone e le sue formule magiche: basta “ghe pensi mi“». Ma le bandiere, in attesa di sondaggi migliori, meglio tenerle arrotolate negli armadi.
Boeri ha lanciato le «cinque giornate di Milano», che dedicherà da qui al 14 novembre data del voto ad ambiente, scuola, sicurezza, casa e immigrazione.

E lui, che in tempi non sospetti è stato scelto da Letizia Moratti per disegnare il masterplan di Expo, la Casa della Memoria e altri progetti del Comune, ora presenta i consulenti scelti per ciascun progetto - un pony express ciclista, una studentessa, un poliziotto, un inquilino Aler e un immigrato - e ironizza: «Non sono i «consulenti d’oro della Moratti». Dimenticando, forse, di aver mangiato la stessa «minestra».

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