Milano - Massimo Moratti aspetterà «con ansia» notizie provenienti da Nyon. A dargliele ci penserà Ernesto Paolillo che domani sarà in Svizzera per sostenere il reclamo dell'Inter davanti alla Commissione d'appello dell'Uefa. L'amministratore delegato e direttore generale del club nerazzurro guiderà la delegazione, composta da legali e giocatori, che in Svizzera cercherà di avere una riduzione delle pene inflitte dalla Disciplinare per la rissa di Valencia.
Alle 9 inizierà l'esame dei ricorsi da parte di tre giudici che potranno anche aggravare le squalifiche ricevute da Maicon e Nicolas Burdisso (sei turni), Ivan Cordoba (tre) e Julio Cruz (due). Il presidente dell'Uefa Michel Platini ha infatti ribadito la volontà di mantenere una linea assolutamente dura contro tutti gli episodi di violenza che si verificano in campo e, quindi, appare quantomeno improbabile un forte sconto per i giocatori coinvolti nella rissa del 6 marzo scorso. Paolillo, però, si dice «fiducioso che la commissione esaminerà con attenzione il ricorso dell'Inter» che si baserà su nuove immagini televisive, oltre che sulle testimonianze dirette dei giocatori con l'unica eccezione di Cordoba, impegnato con la sua nazionale.
L'aggressione di Navarro Il legale nerazzurro Adriano Raffaelli punterà a dimostrare come il diverbio tra Burdisso e Marchena sia degenerato in rissa solo dopo l'aggressione di Navarro ai danni del giocatore argentino, uscito dal campo con il naso sanguinante, e quindi l'arrivo dello spagnolo partito dalla panchina è stato la vera causa scatenante di tutto. E proprio la differenza tra aggressori e aggrediti «non è stata sufficientemente riconosciuta dalla Disciplinare, altrimenti non avremmo fatto ricorso. Affrontiamo - spiega Paolillo - l'appello di domani senza facili ottimismi, ma con la seria attenzione dovuta per casi di questa gravità e con la determinazione a veder riconosciute le nostre ragioni. È evidente che siamo stati aggrediti, porteremo una serie di prove per dimostrarlo».
Il richiamo di Platini Di certo, il richiamo di Platini a pochi giorni dall'appello difficilmente verrà ignorato dai giudici e Paolillo lo sa bene: «Platini è il presidente dell'Uefa, nessuno deve sottovalutare le sue parole. Ma ogni persona ha diritto a difendersi, ogni persona ha diritto a fare ricorso. E noi lo abbiamo fatto non con lo spirito di chi vuole andare contro Platini o l'Uefa, ma di chi è obiettivamente convinto che nel ricorso ci siano validi motivi per ridurre le pene». All'eventualità che il ricorso diventi un autogol con le pene aumentate, Paolillo non vuole neanche pensare.
Così come non vuole pensare a un ulteriore ricorso che in linea teorica sarebbe possibile: «Mi auguro sia inutile - spiega - il presidente Moratti aspetterà con ansia notizie a Milano e noi siamo fiduciosi che le nostre motivazioni verranno ascoltate con attenzione. Non ci preoccupa la posizione del Valencia, ci preoccupa l'entità della pena inflitta ai nostri giocatori che può avere conseguenze pesanti in campo internazionale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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