Giuseppe De Bellis
nostro inviato a New York
Un passo indietro per favore. Silenzio. Una buona parte dell'America non sopporta più i cellulari, detesta il suono costante, odia l'abitudine del vivavoce usato sempre e comunque, si è stancata del trillo costante, dell'auricolare nell'orecchio anche a tavola e dei perfetti imbecilli che parlano da soli e nessuno capisce se sono fuori di testa oppure se davvero stanno parlando con qualcuno. Un passo indietro: nella tecnologia. Un passo avanti nell'educazione. Tornano le cabine del telefono: chiuse e discrete. Quasi scomparse dalle strade americane, ricompaiono nei ristoranti. Ecco: un cilindro di plexiglas, una specie di cabina doccia nella hall del locale, insonorizzata e protetta, dove chi non riesce a resistere deve chiudersi per telefonare: sia se chiama, sia se riceve. Come se fosse una stanza fumatori: un pezzetto di mondo frequentato da chi non riesce a smettere con un vizio. È il passato che torna nel futuro: non si usano monetine e le bolle a prova di suono sono persino climatizzate. È l'ultimo tentativo dell'America per sconfiggere i malati di cellulare. Il fenomeno è in crescita: molti ristoranti hanno scelto la strada del ricorso a soluzioni architettoniche e materiali che indeboliscono il segnale per i cellulari, rendendoli inutilizzabili, altri ancora invitano a usare spazi riservati, come l'area dell'ingresso, per chi non riesce a rinunciare al telefonino a tavola, altri ancora scrivono sul menù di abbassare la suoneria o meglio spegnere il telefonino. Ora l'idea delle cabine. È piaciuta molto al pubblico del National Restaurant Show di Chicago, la principale rassegna dei ristoratori americani. Anche locali notturni e biblioteche sono interessati ad acquistarle, per motivi diversi: l'impossibilità di parlare in mezzo ai rumori dei night clubs e il disturbo che i cellulari provocano nel silenzio delle sale di lettura. Le stime raccontano un business interessante, in un mercato fatto da 700mila ristoranti e 40mila locali notturni. Il prodotto più pubblicizzato si chiama CellZone ed è una cabina insonorizzata e trasparente che viene proposta in vari colori dalla Salemi Industries del Massachusetts. L'ha progettata Michael Salemi, che con tre fratelli e un socio ha creato l'azienda di cabine telefoniche per cellulari. Il perché l'ha raccontato al Boston Globe: «L'idea mi è venuta al ristorante, perché odio sentire le chiacchiere degli altri, ma mi irrita anche non poter parlare al telefono perché c'è troppo rumore». Salemi ha lasciato un lavoro ben retribuito in una società di apparecchiature mediche per dedicarsi a promuovere CellZone. La sua cabina ora è brevettata ed è in vendita a prezzi che vanno dai 2.400 ai 3.500 dollari (2.900 euro).
Il successo delle nuove cabine telefoniche ovviamente è tutto da dimostrare. I locali in molte città, tra cui New York, devono già fare i conti con le restrizioni imposte ai fumatori e non vogliono rischiare di perdere clienti obbligandoli ad alzarsi da tavola e chiudersi in cabina per usare il telefonino. E poi New York vive una crociata pro cellulari che difficilmente si farà smontare dallidea delle cabine nei ristoranti. La battaglia in realtà è quella di migliaia di genitori che si sono ribellati al nuovo regolamento scolastico imposto dal sindaco Michael Bloomberg. La leggina dice semplicemente che usare il telefonino a scuola è vietato: o lo si lascia a casa, oppure lo si consegna all'ingresso a scuola per riprenderlo alla fine della giornata. In una città passata sotto il trauma dell'11 settembre, genitori e studenti si sono ribellati. Ne hanno fatto una questione di sicurezza. Bloomberg non s'è mosso: il divieto c'è e si deve rispettare, altrimenti 500 dollari di multa. Ora spetterà al giudice, chiamato in causa dai libertari dell'American Civil Liberties Union, stabilire chi abbia ragione. A Boston, invece, l'idea sembra piacere. Piace ai ristoranti più formali, soprattutto.
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