Bisogna sempre inchinarsi davanti agli esperti, bevendone i giudizi come distillati di saggezza, salvo rilevare, ma solo dopo, che i loro giudizi si distaccano talvolta dalla realtà. Illuminante è stata la valutazione - che il Giornale ha rilevato - di Jean Alesi, già campione di Formula Uno e pilota della scuderia Ferrari, sugli automobilisti milanesi. Non sorridono mai, dice l'esperto, sono sempre pensierosi, nervosi e ai semafori sono pronti a scattare come su una griglia di partenza. Indisciplinati. E sia, accettiamo la bacchettata. Ma, ma forse questi automobilisti milanesi qualche attenuante ce l'hanno.
Sono nervosi, vorrei vedere. Pende su di loro la minaccia della voracità comunale che potrebbe aumentare - e non di poco - il costo della sosta. C'è il rompicapo dellEcopass con le sue enigmatiche porte d'ingresso. Quali motivi avrebbero, dunque, per essere distesi e sorridere ad Alesi come ad altri visitatori? La velocità di circolazione in città è visibilmente bassa: è così assurdo che i forzati dell'ingorgo s'illudano di guadagnare qualche decimo di secondo quando scatta il verde? Non è l'ansia da Gran Premio, è l'istinto di sopravvivenza.
Jean Alesi tutto vede e tutto giudica, fa bene a farlo da osservatore esterno che purtroppo (ma non è colpa sua) non conosce i mali del traffico milanese. I tassisti? Indisciplinati, sarebbero da condannare senza appello se... Se non ci fosse la realtà di un traffico che appesantisce il loro lavoro e non li aiuta a offrire il servizio di cui i cittadini hanno bisogno.
Chi si salva? I conducenti dei tram, dotati, secondo Alesi, di uno stile poco aggressivo. Bravi, bravissimi.
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