Al risveglio dal coma, Luna riconosce la sua mamma

«Ci sono poche persone che potrebbero rendere geloso Boris Johnson, ma Gianni Alemanno è probabilmente una di queste. Due giorni dopo l’elezione di Johnson a sindaco di Londra, il conservatore Alemanno ha conquistato Roma dopo che la città era stata in mano alla sinistra per 15 anni». Inizia così un articolo dedicato al primo cittadino di Roma e pubblicato da John Laughland sul quotidiano inglese Spectator del quale riportiamo alcuni passaggi. «Mentre Boris governa Londra da un’orrenda massa di acciaio e vetro Alemanno regna sulla Città Eterna da un meraviglioso palazzo sul Campidoglio. E se c’è uno che può apprezzare o invidiare la profonda memoria storica di questo posto, questo è sicuramente Boris, classicista e ideatore di una famosa serie tv su Roma Antica».
«Ma il nuovo sindaco non sembra felice. Alemanno è accigliato, non sorride, è teso e molto occupato. Ha conquistato una delle vette della politica italiana solo per scoprire di aver scalato una montagna di macerie costituite dagli 8,5 miliardi di debito lasciati dalla precedente amministrazione di sinistra, che ha reso necessario uno stanziamento di 500 milioni da parte dello Stato per pagare le sue legioni di impiegati, 27mila in totale».
«La sua prossima priorità sono i campi nomadi spuntati in tutta Roma e in altre parti d’Italia dai primi anni ’90. Ce ne sono 85 nella capitale, di cui solo 11 legali. Il crimine organizzato pure prospera: furti, furti d’auto e bande assassine sono esplose. Alemanno regolarmente mette l’accento sul bisogno di legalità, e rifiuta le accuse di fare discriminazione».
«Come Sarkozy, Alemanno è filoamericano e filoisraeliano. Ma è proprio qui che il discorso politico si radicalizza alle orecchie di un inglese. Alemanno ha fatto suo lo slogan «tolleranza zero» e dice che l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani è un modello per Roma. Dice anche che la lotta al fondamentalismo e la difesa dei diritti degli individui sono punti chiave per l’Italia anche se ha pochi musulmani. «Abbiamo bisogno di un diritto basato insieme su tolleranza e difesa dell’identità-identità nazionale», dice. Alla domanda se sia un neoconservatore, il sindaco di Roma risponde dicendo che le categorie della politica americana non possono essere applicate all’Europa. Ma Alemanno ha moltiplicato le sue aperture verso Israele e la comunità ebraica di Roma (pure ricevendo il leader palestinese) e ricorda: «Difendere Israele è difendere i valori dell’Occidente».
«Forse è l’Italia che sta mostrando la via all’Europa piuttosto che seguire il suo modello.

In certi momenti storici la politica italiana è all’avanguardia: senza Cavour non ci sarebbe stato Bismarck. Alla fine della chiacchierata Alemanno mi mostra dal balcone del suo studio la vista sul Foro: “Da qui ci si sente al centro del mondo”, dice. Può ben avere ragione».

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