«Stasera pago io», alias Massimo Moratti, ieri ha raccontato al giornale rosa di riferimento familiare le ragioni più o meno nascoste di una nuova spesa tecnica, della scelta di Leonardo, linnamoramento per un allenatore che avrebbe voluto già ingaggiare a giugno, le attenzioni per Benitez («ho sempre fatto in modo che la squadra si sentisse con lallenatore e non ho mai chiesto un segnale per coinvolgerla nella nuova scelta e per non mettere Benitez nei guai»), altri piccoli e grandi segreti. Come sempre Moratti sa essere interessante. E sorprendente. Quando ascolti il dottor Massimo, ovvero un industriale di successo, una persona assolutamente squisita nei rapporti, trovi un personaggio che sa volare alto su tutti e su tutto, assennato nella spiegazione di scelte e valutazioni, preciso nei progetti, così equilibrato da non capire come si sia trascinato una fama da primadonna un po volubile, umorale, talvolta trasversale. Non è neppure problema di segno zodiacale. Moratti è nato nella costellazione del Toro, conosciamo bene la tipologia, gusti e difetti.
Però quando leggi mister Moratti, presidente dellInter e allenatore mancato, non sai più capacitarti dellaver scambiato la persona. Sembra che parli un altro. Un tifoso poco lungimirante? Un ultrà? Tutti e due. Si, forse. Vero che paga conti sempre di persona, dunque chapeau! Ma con assoluta leggerezza ti racconta che voleva Leonardo a giugno ed allora sfogliando dichiarazioni, atti e disattenzioni (a nessun allenatore aveva negato almeno un acquisto) risulta chiaro il progetto: sparare solo e sempre sullallenatore per comprarsi dopo il giocattolo preferito. E i giocatori, che non sono fessi, hanno compreso lantifona. Altro che sentirsi con lallenatore! Moratti ha indicato la strada per sbarazzarsene.
Le entrate verbali a gamba tesa sono state pane per i denti dei giornalisti e uno sfavillare di fuochi dartificio. Il presidente ha tenuto duro con una campagna acquisti da squadra provinciale, eppoi paga un altro tecnico come nelle migliori tradizioni. Ha raccontato di avere rinunciato allingaggio di Leonardo a giugno, perché gli sembrava una richiesta stonata. E magari per accontentare il figliolo suo (cosa non si fa per i figli...) e Branca che puntavano su Benitez. Ma ha mostrato tutto lindigesto e ha rischiato un fiasco. Aveva nel cuore Leo come gli capitò con Mancini (Zaccheroni in panchina) o Mourinho (Mancini in panchina). Inguaribile.
Ecco perché dopo Jekyll e Hyde, dopo Superman e Clark Kent, il dottor Massimo e mister Moratti meritano di entrare nellantologia della narrativa. Sanno rendere gustosa qualunque intervista, a prescindere dalla grinta delle domande, ma non sai quale scegliere per scoprire la verità.
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