La rivincita dei libri censurati dalla Storia

Fissando la propria libreria capita spesso di domandarsi se fra tante variopinte copertine abbia un senso spolverare anche raccolte sbiadite di poesie mai lette, volumetti improbabili scovati in mezzo a qualche bancarella o un insieme di tragedie greche dalle sottilissime pagine ingiallite, appartenute al nonno prima che partisse per la guerra. La risposta è inesorabilmente sempre la stessa: certo che sì, ogni libro vive, è un mondo di carta che noi possiamo sempre attualizzare e che deve continuare a respirare.
Da questo gusto della riscoperta, nasce l’idea di riproporre libri caduti nell’oblio, giudicati scomodi e osteggiati per ragioni politiche, culturali o per manifesta cecità editoriale; un’idea che si è realizzata nella nuova collana di narrativa che non a caso prende il nome de «I Rimossi». Creato da Davide Bigalli e Massimo Rizzardini e distribuito da Lupetti, il progetto editoriale nasce dal considerare il modo in cui tanti libri di qualità che hanno avuto successo, sono poi finiti nelle segrete della storia, cancellati dalle librerie e dalla memoria dei lettori.
Perché dunque non riproporli come se fossero delle novità? È così che riemerge da un passato glorioso un autore italiano come Mario Mariani (1883-1951). Prima dell’avvento del fascismo, è stato uno degli scrittori più letti d’Italia, oltre che giornalista (fondò i periodici «Novella» e «Commedia»), saggista e traduttore. Mariani scrive «La casa dell’uomo» durante la prima guerra mondiale, prendendo come punto di partenza «una casa qualunque, posta in una strada qualunque, di una città qualunque».
Governato da un implacabile disincanto, originalmente cinico e irreversibilmente realistico, il romanzo dichiara con l’autore lo spirito eversivo che lo abita: voler demolire gli ideali artificiali racchiusi dalla società all’interno delle proprie case. Il narratore descrive tutto quello che si svolge sul palcoscenico delle ipocrisie piccolo-borghesi attraverso gli occhi del suo doppio, la portinaia Nanna, che ci racconta storie di inquilini pettegoli che si spiano attraverso le persiane socchiuse, accomunate dal vangelo secondo la formula del «fare e non dire, anzi dire sempre il contrario di quello che si fa» ed incentrate sulle figure femminili racchiuse in un unico credo: «Tutte le donne sono sgualdrine».
Questa affermazione è una condanna al ruolo di sudditanza a cui la donna è obbligata a sottostare, in una società ingiustamente declinata al maschile e in cui l’amore deriva esclusivamente dal calcolo e dalla compra-vendita.
Mariani denuncia quello che la società del suo tempo porta innanzi come la sua più inestimabile conquista: le regole di una determinata igiene morale per la quale l’eccezione non è considerata come un errore rimediabile, ma come una malattia da curare, sempre che sia riferita ad altri soggetti e mai a se stessi.


Questa sera alle 21 la Casa della Cultura invita a conoscere il progetto de «I Rimossi» e Mario Mariani; in questa occasione interverranno Davide Bigalli, Valeria Palumbo, Massimo Rizzardini e Paolo Sensini, presentando «La casa dell’uomo», libro che dovrebbero leggere tutti, certo non le persone che continuano a «singhiozzare idealmente», o forse proprio loro.

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