La rivincita di SoBro: da peggio del peggio a zona di artisti e vip

Da New York

Si cambia. Negli anni Settanta, il Bronx, il quartiere di New York separato da Manhattan dal fiume Harlem, era il peggio del peggio. Era stato definito l'area urbana più devastata in assoluto di tutti gli Stati Uniti. Era lo spot elettorale perfetto per chi voleva vincere la campagna elettorale: «Noi risaneremo questo quartiere che è lo specchio dell’America». Lo disse Jimmy Carter in un sopralluogo della campagna presidenziale del 1976. Vinse forse anche per quello. Ma fu un disastro: il Bronx venne abbandonato a se stesso.
Ora il South Bronx, ribattezzato SoBro (sul modello di SoHo - cioè South of Houston, a sud di Houston Street -, di TriBeCa - triangle below Canal, il triangolo a sud di Canal Street-, o di NoLiTa -north of Little Italy, a nord di Little Italy-) si è trasformato in un quartiere molto trendy, essendo davvero vicino a Manhattan e ben collegato con il centro della Grande Mela. Ne ha parlato con ampio rilievo il New York Times, spiegando che l'area ex disastrata (era lì che il protagonista del Falò delle Vanità di Tom Wolfe si perdeva con la sua lussuosa Mercedes, all'inizio del romanzo), è ora diventata meta di artisti e musicisti. L'esodo da Manhattan non è una novità: aree come Williamsburg e Greenpoint a Brooklyn sono ormai piene di gallerie d'arte e di loft di artisti, ma sono saliti anche i prezzi, che ormai non hanno nulla da invidiare o quasi a quelli (salatissimi) dell'isola centrale della Grande Mela. Sono tornati a viverci i bronxoniani veri, come lo scrittore Don DeLillo: «Il Bronx è il mio quartiere. È la mia vita».
A SoBro, i prezzi sono rimasti bassi (ma forse lo saranno ancora per poco), e stanno nascendo nuovi bar e gallerie d'arte, che si stanno mescolando ai tradizionali pizzicagnoli e ristorantini ispanici. Una delle palazzine più ambite è quella della cosidetta ClockTower, la torre dell'Orologio, una ex fabbrica di pianoforti. L'edificio, che era stato abbandonato per diversi anni, è stato trasformato in una serie di loft, e immediatamente invaso da artisti e da musicisti. Un fotografo di 36 anni, Jose Baez, spiega che il suo spazio di circa 90 metri quadrati gli costa, al mese, 1.350 dollari. A Manhattan, uno spazio equivalente a Soho, Tribeca o anche nell'East Village, costa decisamente più del doppio, se non il triplo. Dai tetti della ClockTower, la vista è molto bella, racconta Todd Fatjo: i tramonti sono da sogno, ci sono i ponticelli sul fiume Harlem, i vecchi cartelloni pubblicitari, oltre ai tradizionali cassoni per l'acqua sui tetti.

Cassoni in legno, che assomigliano a matite giganti. E Manhattan è davvero vicina. Spiega Linda Cunningham, una scultrice nata in Ohio: «Vado al Metropolitan Museum (a metà di Central Park) molto più in fretta da qui che da SoHo», dove abitava prima.

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