da Milano
LAntitrust chiede più concorrenza nella distribuzione dei carburanti, liberalizzando gli orari e autorizzando alla vendita anche i supermercati, e i benzinai rispondono proclamando due giorni di sciopero che verranno definiti lunedì prossimo. Ma le associazioni dei consumatori non ci stanno e minacciano denunce per interruzione di pubblico servizio.
A infuocare il clima, è stato prima un incontro al ministero per lo Sviluppo economico - cui non hanno partecipato il ministro e il suo consulente per lenergia, Umberto Carpi, e quindi abbandonato anzitempo dai gestori - poi lAntitrust, che ha preso carta e penna e inviato una segnalazione a governo, Parlamento e Regioni per sollecitare una serie di misure. Un pacchetto che, dallapertura alla grande distribuzione alla liberalizzazione degli orari, superi lo stallo e larretratezza della rete dei benzinai italiani rispetto agli standard Ue, contribuendo - scrive lAntitrust - a fare scendere i prezzi e migliorare i servizi. Per ridurre i prezzi lunica strada è vendere la benzina ai supermercati, sostiene lAntitrust. In Italia ci sono 25mila distributori, ma solo una decina sono collocati presso centri commerciali, quasi tutti francesi. E non a caso in Francia il 55,8% delle vendite di carburante avviene presso i punti vendita della grande distribuzione. Una minaccia seria per i gestori italiani, che hanno un erogato medio inferiore allo standard Ue.
La rete italiana è scesa negli ultimi anni da 39mila a 25mila impianti, ma restano ancora troppi e soprattutto poco redditizi: larrivo della grande distribuzione, con i suoi prezzi più bassi, ne spazzerebbe via un buon numero. A guadagnarci sarebbero gli automobilisti che pagherebbero meno la benzina.
Ma non subito, evidentemente, perché i due giorni di sciopero minacciano di lasciarli a secco.
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