Rivoluzione agli sportelli

(...) Rassegnato ad un percorso ad ostacoli raggiungo via dei Missaglia 96, sede periferica dell'Agenzia delle entrate: urge la tessera del Codice fiscale, per un nipotino che rientra da Shanghai. Dopo una breve coda all'Ufficio informazioni, giunto a destinazione ricevo indicazioni sintetiche e chiare con una chiosa finale: «Ha capito, devo ripetere?». No grazie tutto ok. Dovevo tornare dopo aver compilato alcuni moduli che l'addetto mi ha consegnato. La mattina successiva mi ripresento. Mi suggeriscono di prendere il biglietto per non perdere la precedenza. Pigio il tasto di riferimento su uno schermo computerizzato ed attendo. Quindici minuti, forse meno, viene il mio turno. Una signora, gentile ed efficiente, disbriga la mia pratica e mi fornisce persino gli spiccioli per stampare le fotocopie necessarie. Pochi minuti ancora e mi presenta il documento provvisorio suggellandolo con «entro qualche tempo le arriverà il documento definitivo. Le serve altro? No? Buona giornata». Ringrazio con trasporto e, quasi basito, me ne vado. Poco tempo dopo. Ufficio distaccato del Comune in via Paravia, per richiesta permesso parcheggio automobile. Una signora mi dà le istruzioni necessarie. Mi invita ad attendere in una saletta: «La chiamo appena uno sportello è libero».

Una manciata di minuti e sono seduto di fronte ad altra impiegata che prende i documenti che le porgo, supera un intoppo di cui non ero a conoscenza, batte un po' di tasti sul suo computer e (udite, udite) con un sorriso mi consegna il pass. Nel giro di quello che mi sembra un attimo sono in macchina. Miracolo a Milano?

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