Lestate scorsa qualcuno è arrivato perfino ad abbandonare il proprio cane sul raccordo anulare. Altri si limitano a lasciare i loro ex-amici a quattro zampe in qualche strada poco frequentata, lontano da occhi indiscreti. Un malcostume segno di uninciviltà inaudita, che nella Capitale continua a dilagare nonostante il moltiplicarsi delle campagne di sensibilizzazione, alimentando il problema del randagismo.
Secondo i dati in possesso dellAidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) sarebbero circa 45mila i cani randagi nel Lazio, di cui 5mila a Roma. «Numeri che, se confrontati con quelli delle altre grandi città europee, eccezion fatta di Bucarest, conferiscono alla Città Eterna un triste primato, eleggendola di fatto a Capitale dei cani randagi», commenta il presidente dellassociazione ambientalista Lorenzo Croce.
Il telefono amico di Aidaa riceve quotidianamente dalle 12 alle 25 segnalazioni riguardanti lavvistamento di cani randagi a zonzo per la città. Lestate, si sa, è il periodo peggiore: dal 1° luglio al 15 agosto Aidaa ha risposto complessivamente a oltre 800 telefonate di questo tipo, molte delle quali denunciavano labbandono di intere cucciolate lungo le strade della Capitale. «A Roma il problema del randagismo è grave - sottolinea Croce - e potenzialmente pericoloso. Ci è stata segnalata allinterno della città la presenza di branchi di cani senza padrone che in alcuni casi hanno creato disagio alla popolazione». Ne sanno qualcosa i ciclisti. Diversi gli amanti delle due ruote, stando a quanto dichiarato in tempi non remoti dallassociazione BiciRoma, che nel corso dellanno sono stati aggrediti lungo le piste ciclabili da gruppi di cani inselvatichiti, incattiviti dalla fame e da probabili maltrattamenti subiti in passato.
In tutto questo, la situazione di sovraffollamento nella quale versano i canili non è di aiuto. «Da quando il servizio di accalappiamento è stato affidato a una ditta privata, che viene pagata in base al numero di catture che esegue, gli animali presenti nelle nostre strutture sono in soprannumero. Al momento gestiamo 1300 cani e ogni giorno ne arrivano minimo altri 15, che per le prime 24 ore siamo costretti a sistemare dove capita, perfino nei bagni», afferma Simona Novi, presidente dellassociazione Porta Portese che dal 1997 si occupa di gestire i canili comunali della Capitale.
«Ma il problema in realtà è un altro - prosegue - ovvero che i cani adesso vengono accalappiati dalla ditta incaricata prima ancora che le Asl verifichino che siano effettivamente pericolosi o malati. Il risultato finale è che siamo stracolmi di animali inoffensivi e in buono stato di salute, mentre quelli potenzialmente problematici restano il più delle volte per strada». Un paradosso reso ancora più grave dal fatto che nel 2005 il consiglio comunale ha approvato allunanimità la figura del cane libero accudito. Stabilendo, appunto, che ai canili vanno destinati solo quelli malati, o di comprovata pericolosità, o quelli che si sono persi e che sono dotati di microchip oppure presentano il tatuaggio di riconoscimento.
Per dare maggiore risalto al problema del randagismo nella Capitale lassociazione Aidaa ha annunciato una marcia dei cani su Roma. Liniziativa, che inizialmente doveva tenersi a settembre, si svolgerà sabato 17 ottobre.
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