A Roma i poliziotti sono in stato di "fermo"

Gli agenti hanno le mani bloccate dalla cronica carenza di uomini e mezzi che rende impossibile lavorare nei commissariati. La denuncia e l’allarme degli agenti della Polizia di Stato che a causa della mancanza di fondi non riescono a garantire la sicurezza nella capital

Manette ai polsi della Polizia di Stato. Gli agenti della capitale lavorano con le mani bloccate. Imprigionati dall’immobilismo del Viminale e dalla Finanziaria, che non riesce a coprire le carenze materiali e strutturali.
Se da una parte le forze dell’ordine hanno vita difficile, dall’altra va meglio ai criminali. Il dato più allarmante denunciato dalla Consap riguarda il servizio volanti, passato dalle 24 auto degli anni Novanta alle dieci di oggi (due delle quali non effettuano controllo del territorio, ndr.). Questo significa che chi vive all’ombra del Cupolone è sempre meno protetto. A marzo, poi, la Polizia ha ottenuto ottanta nuove Alfa 159: 67 sono già ferme per problemi di manutenzione. Così, le pattuglie che iniziano il servizio sono costrette a uscire con le vetture appena rientrate e questo fa registrare un ritardo che va ogni volta dai trenta ai sessanta minuti. I malviventi quindi possono stare tranquilli: hanno anche un’ora ogni giorno per agire indisturbati.
La situazione non è meno drammatica nei commissariati. Il trenta per cento, infatti, è in difficoltà per carenza di auto o mancanza di personale. Non è un caso che rispetto allo scorso anno si stia registrando un’impennata di reati tale da preoccupare lo stesso Viminale. Roma, quindi, non è assolutamente una città sicura, al di là di quanto si vorrebbe far credere. Non è Los Angeles, ma nemmeno il paradiso. Di contro, è aumentato a dismisura il numero delle auto blu ed è difficile fare un conto di quelle di scorta, perché alle ufficiali che compaiono nei registri dell’ispettorato del Viminale e del reparto scorte di via Flaminia, si sono aggiunte quelle di Camera, Senato, Palazzo Chigi, Digos e squadra mobile.
Il quadro più allarmante, però, riguarda i commissariati. Quello di Villa Glori, Vescovio, Sant’Ippolito, Appio e Romanina sono «fantasma», nonostante l’impegno degli agenti che ci lavorano. I poliziotti, nonostante l’impegno, da tempo immemorabile non riescono a fare arresti e nemmeno ad allestire un’autoradio. All’Aurelio, invece, dopo vari esposti dei cittadini è arrivata finalmente una macchina, che esce di pattuglia ma controlla un territorio di dimensioni non indifferenti. Non va meglio a chi lavora al Casilino Nuovo: solo un’autoradio e un mezzo della giudiziaria. «Negli ultimi tempi nel nostro commissariato - raccontano i poliziotti - abbiamo subito un calo del 20 per cento del nostro personale e abbiamo un posto fisso che assorbe il dieci per cento degli operatori. L’autoradio, però, non controlla il territorio, perché di giorno viene impiegata per accertare la «libertà vigilata» dei delinquenti che abitano in zona, un’area immensa che va da Torre Spaccata a San Vittorino e comprende anche il nuovo insediamento rom di Tor di Nona.
Furti, rapine e una pioggia di esposti e denunce sono invece le caratteristiche del Tuscolano, dove si lavora con una sola autoradio e una macchina per la giudiziaria.

A Monteverde, invece, le auto sono «esposte» sul marciapiede di fronte al commissariato perché non si riescono a riparare. L’ultima nota dolente riguarda San Paolo: ci sono i mezzi ma manca il personale, quotidianamente sottratto e impiegato nella vigilanza della Regione Lazio, del Palaeur e dello Stadio.

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