Roma, notte fonda a Brescia

Ospiti infuriati con la terna arbitrale. Ranieri: "Guardalinee da ricovero". Rondinelle a un punto dai nerazzurri

Roma, notte fonda a Brescia

di Ariel Feltri

Chi l’avrebbe detto che il Brescia, dopo quattro turni, sarebbe stato lassù a guardare quasi tutta la seria A dall’alto in basso? Eppure non è un sogno, perché la squadra di Iachini è riuscita a cucinare la Roma a fuoco lento con una condotta di gara accorta. Anche sfortunata la squadra di Ranieri, decisamente penalizzata dall’arbitro Russo, un autentico disastro. Perciò il tecnico giallorosso a fine partita era furente: «Sono curioso di sapere se il rigore al Brescia l’ha dato il guardalinee: perché se è così è da ricovero. Sarò eccessivo - ha detto a Sky - ma c’erano due rigori per noi e quello del Brescia non c’era. Il mani in area l’abbiamo visto tutti, solo loro, arbitro e guardalinee non se ne sono accorti».

E Ranieri parla già del futuro in panchina: «C’è chi si muove nell’ombra, qualcosa c’è. Lippi? I nomi e i cognomi i giornali li hanno fatti, si vede che sanno qualcosa anche loro... A Torino - ha ricordato - lo sapevo che c’era Lippi. Lo sapevano tutti, c’era stata la famosa cena della piadina».

Teorie del complotto e sospetti a parte, resta una verità di fondo: la Roma è una lontana parente della squadra che pochi mesi fa è andata a due dita dallo scudetto. Il Brescia incarta e ringrazia. Ma ha anche molti meriti: tattica perfetta, impegno e dedizione assoluta, un paio di elementi di talento. Almeno nel primo tempo il Brescia non ho dovuto fare granché: un’azione tanto semplice quanto efficace (cross dalla destra di Caracciolo, difesa romanista in ferie, inserimento di Hetemaj e destro al volo alle spalle di Julio Sergio che ha terminato la gara in lacrime per un infortunio), poi tanta difesa e alcune manovre di puro alleggerimento. La Roma, al contrario, si è dannata nel tentativo di rendere produttiva una manovra un po’ arruffata. Ma c’è anche da rilevare che ad ogni tentativo offensivo portato sul fianco destro della difesa giallorossa, il Brescia otteneva vantaggi persino esagerati, non solo per i meriti dei suoi eccellenti Dallamano e Hetemaj, ma soprattutto per la serata disastrosa di Rosi, tra l’altro graziato dall’arbitro per un’entrataccia su Cordova.
Ranieri, dopo mezz’ora, di contorcimenti, ha deciso di non soffrire più ed ha spedito in campo il redivivo Cicinho. La Roma ha continuato a macinare gioco e ha anche reclamato per un intervento di Martinez su Borriello, apparso meritevole di calcio di rigore. Proprio dall’ex milanista sono arrivati i pericoli per la retroguardia bresciana, ma spesso è stato abbandonato a se stesso perché raramente i compagni l’hanno affiancato. Menez, a parte qualche slalom senza sbocchi, e Vucinic, abulico per lunghi tratti, non hanno mai impegnato seriamente i difensori avversari, mentre i centrocampisti erano in altre faccende affaccendati.

Alla ripresa la Roma ha presentato Adriano al posto di Menez. E il brasiliano ha provato subito a collaudare il suo famoso mancino con una conclusione dal limite, ma il pallone è passato mezzo metro oltre la traversa. Altra decisione della panchina giallorossa: dentro Baptista e fuori Vucinic, ma non c’è stato il tempo di constatare l’efficacia della sostituzione perché su un lungo rilancio Eder è entrato in area affiancato da Mexes che in scivolata ha messo in angolo, che Russo ha subito concesso. Ma dal guardalinee è arrivata la segnalazione: rigore. E secondo giallo per il difensore romanista, costretto alla doccia anticipata. Apriti cielo: proteste vibrate dei giallorossi, rabbia feroce di Mexes con calcione ai tabelloni pubblicitari. Niente da fare: dal dischetto Caracciolo non ha perdonato. A questo punto, con la folla di casa impazzita di gioia e la depressione del manipolo di tifosi romanisti isolati in curva sud, il Brescia ha richiamato Diamanti e Caracciolo per far posto a Konè e Possanzini.

Ma la fisionomia della partita non è mutata: Roma tutta in avanti e azzurri arroccati, ma pronti a ripartire appena possibile. Dai e dai Borriello, all’ennesimo tentativo, ha finalmente trovato lo spiraglio giusto per fulminare Sereni. Giusto premio per il migliore in campo, ma troppo tardi per cambiare l’esito della partita.

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