La Roma vede i «rossi» perde testa e faccia E va davvero in crisi

La Roma vede i «rossi» perde testa e faccia E va davvero in crisi

Il Totti che sprofonda quasi annoiato in panchina e che al fischio finale fugge dal campo «imbacuccato» nella tuta sociale è una delle immagini più eloquenti del grigio pomeriggio della Roma. Il ko di Firenze fa male molto più del risultato finale e mai come ieri Luis Enrique è sul banco degli imputati. «Se avvertissi la sensazione che la squadra non mi segue più, me ne andrei subito, non sto qui per i soldi. Ora starò con la mia famiglia e valuterò la situazione», le parole dell’asturiano nella pancia del Franchi dove ha schierato la 15ª formazione diversa in altrettante partite ufficiali.
Poco prima, il gruppo di tifosi giallorossi accorsi a Firenze avevano accennato una contestazione. E alla stazione Termini al rientro della squadra, complice il tam tam via etere (forse domani alla ripresa degli allenamenti ci sarà un’iniziativa). Dunque, la pazienza dell’ambiente sembra essere terminata («bisogna tenere conto di questi segnali», precisa il direttore generale Baldini) mentre la lanciatissima Juventus sarà tra una settimana all’Olimpico dove troverà una Roma rimaneggiata da infortuni e squalifiche.
I giallorossi pagano dazio per gli episodi tutti sfavorevoli, a cominciare dal rigore provocato da Juan dopo 15 minuti e costatogli l’espulsione (la prima di tre nell’infausto pomeriggio toscano), ma stavolta Luis Enrique ci mette del suo. Coerente - anche se imposta più dalla società - la scelta di punire Osvaldo con la mancata convocazione dopo il fattaccio di Udine, meno spiegabile la nuova esclusione di Borriello dalla rosa, addirittura incomprensibile la panchina riservata per 90’ a Totti. «So che può aiutare la squadra, ma non è al 100%, nell’intervallo gli ho parlato spiegandogli che non sarebbe stato giusto per lui farlo entrare con noi in dieci e già sul 2-0 per loro», la versione di Luis Enrique. Il capitano lascia lo stadio di Firenze scuro in volto e questo la dice sullo stato d’animo che si respira nello spogliatoio di Trigoria.
«Sto male come ogni giocatore della Roma e come qualsiasi allenatore in una situazione del genere, il risultato è un disastro ma sento ancora la fiducia della società - sottolinea l’allenatore asturiano -. In questo momento non ho nulla da rimproverare ai giocatori che hanno fatto tutto il possibile». Tocca ancora a Baldini il ruolo di «pompiere»: «C’è amarezza e dispiacere, ma continuiamo a pensare che sia la strada giusta. Dobbiamo tenere la barra diritta, finchè è possibile, la Roma ha puntato su un allenatore e un progetto di calcio che non vuole lasciare. Totti? Le sue esclusioni possono creare un problema ambientale...».
Sta di fatto che la squadra continua a non fare risultati e a prendere gol con errori negli ultimi 16 metri. L’uno-due del primo tempo (rigore di Jovetic e colpo di testa di Gamberini) indirizzano la partita verso i viola, che conquistano la prima vittoria della gestione Delio Rossi, vera bestia nera dei giallorossi sin dai tempi della Lazio e dal famoso bagno nel Fontanone del Gianicolo. La Roma non si riprende, esercita il solito possesso palla (39 minuti contro i 32 dei gigliati) tira raramente in porta, perde Gago per doppia ammonizione (lo spagnolo rimedia anche un trauma distorsivo al ginocchio), infine subisce il rosso di Bojan che para il pallone sulla linea di porta provocando il penalty del 3-0 di Silva.

«Se non la prendeva era uguale...», si lascia scappare capitan Totti mentre parla dopo il match con il fido Vito Scala e James Pallotta. A Luis Enrique cercare, se ne avrà la forza, di ricomporre le macerie per l’esame di laurea Juventus.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica