70enne aggredita con un pugno in faccia da un migrante: "Noi donne siamo indifese"

Stazione Termini, 70enne aggredita con un pugno in faccia da un migrante: "La situazione è tragica, assurdo pensare che in una città amministrata da una donna ci siano donne che non sono libere di uscire di casa"

70enne aggredita con un pugno in faccia da un migrante: "Noi donne siamo indifese"

"Sto bene grazie a Dio, per fortuna gli occhiali hanno attutito il colpo, poteva finire molto peggio". Carmen, 70 anni, si consola al pensiero di essersela cavata con solo otto giorni di prognosi. Abita davanti alla stazione Termini, in corrispondenza del famigerato ballatoio di via Giolitti, e sa bene che al peggio non c’è mai fine. Sotto le sue finestre la presenza di sbandati e spacciatori è massiccia. Perlopiù migranti, che hanno individuato quel luogo come un porto franco.

Martedì scorso Carmen stava rientrando a casa. "Erano le 19.00, c’era ancora la luce del sole", ricorda. Arrivata a pochi metri dal portone, nota un africano, raggomitolato a terra come un vecchio straccio. Non si stupisce. Scene così, all’ombra del primo scalo ferroviario della Capitale, sono all’ordine del giorno. Tira dritto e non immagina, non può immaginare, che quell’uomo sta per colpirla. "Ho sentito un urlo, mi sono voltata bruscamente e in quel momento mi è arrivata una botta incredibile, fulminea, non ho avuto neppure il tempo di caprie cosa stesse succedendo".

È un pugno in piena faccia. Carmen finisce a terra. Gli occhiali sono in frantumi. Il naso sgorga sangue. "Non so come ho avuto la prontezza di rialzarmi e scappare. Mi sono rifugiata in negozio di elettronica, lì mi hanno soccorsa e aiutata a chiamare la polizia". Il suo aggressore viene individuato e arrestato dagli agenti del commissariato Esquilino nel giro di poco. "Quando sono andata a sporgere denuncia mi hanno detto che aveva già aggredito più volte, mi hanno mostrato la sua foto, lo stavano cercando ma non erano ancora riusciti ad acciuffarlo".

Quell’uomo era una mina vagante. L’ennesima. Come il ghanese pluripregiudicato che lo scorso giugno si aggirava armato di coltello alla stazione Termini. Gli agenti intervenuti per disarmalo alla fine sono stati costretti a sparare. Anche la cronaca degli ultimi giorni non lascia scampo. Domenica scorsa, un’altra donna, originaria del Perù, è stata derubata del cellulare e malmenata da due uomini che sono ancora a piede libero. L’aggressione si è consumata in pieno giorno, davanti alla sede dei servizi segreti di piazza Dante. Oggi un ivoriano irregolare intento a bivaccare nel parco archeologico di Colle Oppio si è scagliato contro gli agenti della polizia locale tentando di colpirli con calci e pugni.

Questi sono alcuni accadimenti. Quelli per così dire emersi. Poi c’è l’ordinaria amministrazione, quella che ormai non fa neppure notizia. Le molestie verbali, i pedinamenti, il dover anche solo cambiare marciapiede per evitare un ubriaco. "Il problema – ragiona Carmen – è che noi accogliamo questa gente ma la sola cosa che siamo in grado di offrirgli è la strada, e la vita di strada è dura, spietata, tanti impazziscono. Oltre alla repressione, servirebbe un minimo di prevenzione, fare un Tso oggi è una cosa complicatissima".

Carmen è scoraggiata. Da residente e soprattutto da donna. L’idea di andarsene in giro da sola, come ha sempre fatto, adesso la spaventa.

"La situazione è tragica e a farne le spese sono proprio le donne, noi siamo le più indifese. È assurdo pensare che in una città amministrata da una donna e in un Municipio, il primo, amministrato anch’esso da una donna ci siano donne che non si sentono libere di uscire di casa".

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