Cronaca locale

Omicidio Muratovic, traballa la versione dei magrebini

Dopo l'interrogatorio in carcere, il gip ha convalidato il fermo per Adam e Ahmed Edrissi. Ma non è ancora chiaro il quadro delle responsabilità di entrambi

Omicidio Muratovic, traballa la versione dei magrebini

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Velletri ha convalidato il fermo per Adam e Ahmed Edrissi, i due fratelli magrebini accusati dell’omicidio di Leonardo Muratovic, 25enne ucciso con una coltellata lo scorso fine settimana ad Anzio al culmine di una rissa scoppiata all’esterno di un locale. Ma la versione fornita dai due fratelli non convince gli inquirenti, che hanno raccolto testimonianza contrastanti rispetto a quelle dei due giovani di origine nordafricana.

Adam conferma: “L’ho ucciso io ma è stata una disgrazia”

Adam Edrissi, 20 anni, ha confermato al gip nell’interrogatorio di garanzia, di essere stato lui a sferrare la coltellata a Leonardo Muratovic. Il ragazzo ha confermato parola per parola la confessione che aveva rilasciato spontaneamente ai carabinieri nella serata di martedì 19 luglio nella caserma Gianicolense a Roma. “L'ho colpito per difendermi e il coltello con cui l’ho ferito era il suo, di Muratovic. Mio fratello Ahmed non c’entra niente”, ha detto Adam al giudice. Edrissi nega anche che il coltello fosse il suo, ma sostiene che era di Muratovic e lui è riuscito a disarmarlo e poi lo ha colpito, ma sostiene che è stata una disgrazia e che non voleva uccidere. Al termine dell’interrogatorio, il gip ha convalidato i fermi e disposto la misura della custodia cautelare in carcere sia per Adam che per Ahmed, con l'accusa di omicidio volontario. Adam è incensurato, mentre il fratello Ahmed ha alcuni precedenti penali.

La versione che non convince gli inquirenti

Il pm della procura di Velletri e gli agenti del commissariato di Anzio non sono però pienamente convinti della versione fornita dai fratelli Edrissi. Le prime risultanze investigative e la ricostruzione della dinamica effettuata in base alle testimonianze raccolte tra chi era presente quella sera sulla Riviera Mallozzi, pare forniscano un quadro diverso dell’accaduto. Gli inquirenti mantengono in realtà il massimo riserbo sulla vicenda in quanto le indagini non sono chiuse e dunque ulteriori sviluppi potrebbero arrivare nelle prossime ore. Tra l’altro l’arma del delitto non è stata ancora ritrovata e dall’interrogatorio non sembra sia stata data una indicazione chiara per ritrovare il coltello. Inoltre dalle testimonianze sembra che ci fossero almeno altre tre persone ad aver aggredito Leonardo Muratovic. Inoltre, non è chiara l'origine della lite: secondi i fratelli Edrissi sarebbe stata una parola fuori posto a scatenare lo scontro. Ma chi indaga è convinto che ci sia di più dietro la vicenda e per questo stanno scavando a fondo sul cellulare di Muratovic.

L’avvocato dei fratelli Edrissi ha spiegato che i due hanno “paura, la situazione è abbastanza delicata anche fuori, siamo di fronte ad una situazione abbastanza vendicativa”. Insomma, si temono azioni di vendetta da parte degli amici della vittima.

Una sensazione che pervade anche la Questura, tant’è vero che ad Anzio sono stati intensificati i controlli e la presenza delle forze dell’ordine è massiccia, soprattutto nel fine settimana e nella zona della movida.

Commenti