In principio si pensava che dietro i plichi esplosivi ci fosse uno squilibrato. Ma le indagini avviate dalle forze dell’ordine sembrano andare in un’altra direzione. Prende sempre più consistenza l’ipotesi di un atto di terrorismo di matrice anarchica dietro l’invio di tre pacchi bomba che domenica sera e ieri hanno ferito a Roma altrettante donne con prognosi che vanno dai 10 ai 30 giorni.
È quanto è emerso da un vertice a piazzale Clodio tra il procuratore aggiunto, Francesco Caporale, e gli investigatori di Digos e Ros. Tre le donne rimaste ferite fra le quali non sembra esserci nessun tipo di collegamento. Nessuna ha incarichi di rilievo. Si tratta di buste formato A4 con all’interno una piccola scatoletta in legno con della polvere nera e un innesco rudimentale. Le buste erano tutte confezionate allo stesso modo, cosa che fa pensare che l’autore possa essere lo stesso.
Nessuna rivendicazione o biglietto accompagnava inoltre i tre pacchi bomba. Tutte sequestrate da polizia e carabinieri, gli investigatori stanno analizzando le buste a caccia di elementi utili a risalire all’autore, o agli autori materiali, che le hanno inviate. Dai primi accertamenti, risulta che i plichi, probabilmente confezionati, come detto, da un’unica mano e con i presunti mittenti noti alle destinatarie, sono praticamente identici. Non ci sarebbe alcun nesso tra le tre vittime (nessuna frequentazione personale e professionale). Ma il sospetto che il gesto sia da ricondurre a una frangia antimilitarista anarchica appare fondato, anche in assenza di una rivendicazione.
La prima donna, alla quale il pacco non è stato recapitato solo perché esploso ieri sera tra le mani di un’impiegata dal centro smistamento posta di Fiumicino (con ferite guaribili in dieci giorni), era una ex amministrativa dell’università di Tor Vergata. L’ateneo nell’ottobre del 2019 ha stipulato un accordo attuativo con l’aeronautica militare “sull’organizzazione di iniziative congiunte scientifiche e tecniche per promuovere la trasformazione digitale del settore aeronautico”.
La seconda donna, che ha riportato ferite guaribili in venti giorni per aver ricevuto e aperto nella sua abitazione al Nuovo Salario il plico esplosivo, lavora all’Inail e in questo caso gli investigatori devono ancora comprendere quale elemento possa legare la vittima alla realtà anarchica. la terza vittima, che ha riportato ustioni alle mani e al collo (con una prognosi di 30 giorni), è un’esperta in biotecnologia in pensione residente alla Balduina, dove le è stato recapitato il pacco. Ha lavorato all’università Cattolica del Sacro Cuore. L’ateneo, il 5 dicembre del 2017, firmò un accordo con il Nato Rapid Deployable Corps in Italia (Nrdc-Ita), che prevedeva lo sviluppo di progetti di formazione e di ricerca sui temi della sicurezza e della difesa. A siglarlo furono il rettore Franco Anelli e il capo di Stato Maggiore del Nrdc-Ita, generale di divisione Maurizio Riccò.
La procura di Roma ha aperto un fascicolo sui tre attacchi esplosivi avvenuti nella giornata di ieri.
Le ipotesi di reato formulate sono attentato con finalità di terrorismo e lesioni personali. Sul caso indagano gli agenti della Ros e della Digos, specializzati in antiterrorismo. Nessuna pista è al momento esclusa. Ogni opzione è vagliata a 360 gradi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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