Cronaca locale

Roma, i rom blindano la casa: "Faremo pure una bella festa"

Le proteste non spaventano la famiglia Omerovic: "È casa nostra". E attacca gli italiani che hanno protestato in piazza: "Non sono un ladro"

Roma, i rom blindano la casa: "Faremo pure una bella festa"

Il loro ingresso nell'appartamento contestato ha sollevato polemiche, scatenato proteste, smosso la politica e rischiato pure di creare una frattura tra Virginia Raggi e Luigi Di Maio. La famiglia Omerovic, che ha avuto una casa dal Comune in via Satta nel quartiere di Casal Bruciato, osserva dalla finestra i disordini in strada e non fa passi indietro. Non intende cedere alle proteste di chi non li vuole come vicini di casa. Anzi: "Nei prossimi giorni - dicono - faremo anche una bella festa insieme a tutti i nostri amici".

La tensione non sembra prossima a placarsi. Quando il Comune ha annunciato di aver assegnato l'alloggio popolare agli Omerovic, i cittadini dono scesi in piazza, sostenuti da CasaPound. "In base a quale criterio i rom hanno scavalcato famiglie in lista di attesa per un alloggio popolare da anni?", si lamentano gli inquilini, intervistati dall’Adnkronos. Il Campidoglio però ha deciso di non indietreggiare perché quella famiglia nomade "ha diritto" all'alloggio. "Come amministrazione non abbiamo intenzione di piegarci – ha detto l’assessore Castiglione - ho sentito Raggi, la minisindaca del Municipio IV, Roberta Della Casa, siamo assolutamente compatti perché stiamo applicando la legge". E infatti il sindaco della Capitale è andato a trovare gli Omerovic, sfidando i fischi, gli insulti e le contestazioni di residenti, militanti di Casapound e inquilini.

Il blitz della Raggi ha innervosito Di Maio, che l'ha invitata a "non schierarsi" in queste faccende. "Aiuti i romani, non i rom", avrebbe detto - alterato - ai suoi. Il capo politico del M5S avrebbe anche chiamato in Campidoglio per manifestare tutta la sua disapprovazione per una mossa politica "scomoda" nel giorno in cui il Movimento stava portando a casa la vittoria delle dimissioni di Armando Siri da sottosegretario.

Il capofamiglia rom, comunque, si difende a spada tratta. Anche da chi lo accusa di essere un bandito. "Non sono un ladro, nella mia vita ho sempre lavorato", ha detto stamattina dal cortile adiacente alla casa di via Satta. "Lavoro ai mercatini, ho una regolare partita Iva e in più vendo macchine su Internet". Ormai considera "questo posto come la mia casa" e non farà passi indietro. "Nei prossimi giorni faremo anche una bella festa insieme a tutti i nostri amici", ha detto rientrando nell'appartamento al secondo piano.

Mentre i rom festeggiano, però, c'è chi sta perdendo clienti. "La gente preferisce restare a casa piuttosto che vederli", ha detto Giulio, parrucchiere cubano di 36 anni, e titolare dello "Yuli Style" a pochi metri da via Satta. "Non sappiamo come andare avanti". È in affitto e non può permettersi cali di fatturato: "Le bollette le devo pagare io, in più ho i dipendenti e se le mamme continueranno a non venire e a non portare le figlie sarò costretto a chiudere". La pensa allo stesso modo anche Raniero, 28 anni, che lavora nel negozio ormai da anni: "Ho paura per il mio lavoro.

Ma i soldi per l'affitto chi ce li da la sindaca Raggi?".

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