Cronaca locale

Quel deposito ostaggio dei rom: "Chiudere campi col lucchetto"

Il leader della Lega Matteo Salvini visita il deposito Atac di via Candoni alla Magliana e chiede alla sindaca, Virginia Raggi, di intervenire per garantire la sicurezza dei lavoratori bersaglio dei rom: "I campi nomadi? Vanno chiusi col lucchetto"

Quel deposito ostaggio dei rom: "Chiudere campi col lucchetto"

Ad un mese esatto dall’incendio doloso di sette bus nella rimessa Atac di via Candoni, alla Magliana, il leader della Lega, Matteo Salvini, assieme al gotha romano del partito, si è recato personalmente nel deposito per incontrare alcuni dipendenti della municipalizzata dei trasporti capitolina. Autisti e tecnici che, da anni, lamentano di essere bersaglio dei residenti del vicino campo rom che prendono di mira il deposito con furti, sassaiole ed atti vandalici. Una situazione esplosiva che Il Giornale ha già documentato in diverse occasioni.

L’ultima, un mese fa, quando in un rogo di natura dolosa sono andati in fumo sette mezzi. In passato non sono mancati anche lanci di sassi contro le vetture o le auto private degli stessi lavoratori e i furti di batterie e gasolio. La comunità romena che vive all’interno del campo punta il dito contro i rom di nazionalità bosniaca. Sarebbero loro, secondo i nomadi che avevamo intervistato il mese scorso, i protagonisti delle scorribande nel parcheggio dei bus. "Sono qui per i lavoratori, che devono lavorare in condizioni sicure, nonostante una vicinanza inopportuna", ha detto oggi Salvini entrando nel deposito.

"Ho visto una situazione drammatica e insostenibile – commenta ai microfoni di decine di giornalisti - non si parla solo di danni di migliaia di euro agli autobus, ma anche di lavoratori che vengono presi a sassate, è già grave il danno economico ai romani, la mancanza di autobus in servizio, rubano batterie, gasolio e incendiano i mezzi". "Non penso sia più possibile la convivenza di questo campo in un posto così – denuncia Salvini - qui ci sono lavoratori che vorrebbero semplicemente guidare il proprio autobus, dobbiamo garantirgli sicurezza". "Tutti i giorni i residenti di questo campo continuano a tirare sassi e bottiglie di vetro ai dipendenti e contro i bus, un danno anche per i cittadini che pagano le tasse onestamente", gli fa eco la consigliera regionale del Lazio, Laura Corrotti.

"Avere come vicini di casa 500 rom non è più sostenibile", ribadisce Salvini. "Quando si parla di sassate – attacca - si passa alla criminalità". Il leader leghista si fa portavoce dei 700 lavoratori che transitano nel deposito e chiede un censimento aggiornato degli abitanti del campo. Una richiesta avanzata già in passato da Salvini, e che gli era costata non poche critiche. "Dobbiamo verificare anche la frequenza scolastica – incalza – visto che a lanciare i sassi stando a quanto riferiscono gli autisti sono soprattutto bambini". Poi promette: "Scriverò alla Raggi e al prefetto".

"Spero che faccia qualcosa – ha aggiunto - perché per i precedenti quattro anni non ha fatto nulla, magari negli ultimi mesi del mandato ci penserà, altrimenti se ne occuperà chi arriverà dalla primavera prossima". Dopo l’incendio dello scorso giugno da via Candoni era stata proprio la sindaca a condannare i comportamenti scorretti e a ribadire l’impegno del Campidoglio per il superamento dei campi in cui, aveva detto la Raggi, "vivono vittime e carnefici". L'obiettivo, però, rilancia Salvini, è lo sgombero: "Lavorare in queste condizioni per un autista non è possibile", attacca il leader leghista, portando ad esempio l'operato dei sindaci della Lega a Cascina e Ferrara.

"Questo non è il primo, né sarà l'ultimo campo rom che visito, sperando di chiuderli tutti con il lucchetto", ha concluso Salvini che guarda già alla corsa per il Campidoglio. "I consiglieri leghisti – assicura - tutti romani sono al lavoro per un piano di riqualificazione dell'azienda trasporti".

Secca la reazione dell'assessore ai Trasporti di Roma, Pietro Calabrese che su Facebook attacca: "Salvini chiacchierone, fa il suo show al deposito Atac di Candoni, ora si scandalizza per gli stessi insediamenti rom che lui ha vergognosamente votato, voluto e costruito insieme ai suoi compari, quando il centrodestra era la governo, spendendo 30 milioni di euro dei contribuenti, infatti sono quelli aperti dall'ex sindaco Alemanno e dal leghista Maroni". "Invece di inutili passerelle - continua il post - faccia una bella cosa, ai famosi 49 milioni di euro restituisca anche questi 30, con noi le chiacchiere stanno a zero".

"La storia - incalza - non si cancella con ruspe e felpette".

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