Cronaca locale

"Qui c'è il lockdown energetico...". Senza gas da quattro mesi: l'incubo nella palazzina Inps

L'assurdo caso della palazzina Inps dove alcuni inquilini vivono senza gas da giugno. Tra loro una 92enne: "Fate qualcosa, sembra di essere in tempo di guerra"

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Non è colpa di Putin né delle turbolenze del mercato energetico. È questione di incuria, quella che spesso la fa da padrone negli immobili di proprietà degli enti pubblici. In questo caso si tratta di una bella palazzina popolare dei primi anni Trenta, a due passi da piazza Risorgimento e dal Foro Italico. Siamo a via del Vignola 88, non alle propaggini dell’immensa periferia romana, non in uno dei tanti casermoni di edilizia residenziale anni Settanta. Eppure in questo condominio tutt’altro che periferico c’è chi vive in una sorta di lockdown energetico da ben quattro mesi perché la fornitura di gas è stata interrotta. Una situazione al limite, che interessa quattro famiglie.

Tra gli sfortunati c’è la signora Maria, 92 anni. La cucina è sempre stato il suo regno. Oggi ci entra e le scende un velo di tristezza. "Da quando non posso più cucinare mi sento persa", racconta. È cominciato tutto a fine giugno con l’odore di gas che ha iniziato a salire su per la tromba delle scale. Da lì la segnalazione preoccupata di alcuni inquilini all’Inps, proprietario dell’immobile, e alla società Gestitalia che è subentrata alla Romeo nella gestione. Poi l’intervento dei tecnici: c’è una perdita e per non correre rischi l’erogazione del metano viene sospesa. "Da un giorno all’altro mia madre si è ritrovata senza gas, ci avevano assicurato che i lavori sarebbero stati celeri e invece il cantiere è fermo", denuncia Lucia, che oggi è arrivata nel condominio di via del Vignola per portare a sua madre una nuova piastra elettrica. "La precedente si è già rotta", racconta spacchettando l’elettrodomestico.

Maria la osserva con aria accigliata. "Facevo l’arrosto, le lasagne, lo spezzatino, a pranzo c’era sempre qualcuno: figli, generi, nipoti, adesso devo privarmi anche di questo. Poi così aumenta il consumo della luce, immagino il conto che arriverà e mi sento ancora più triste e preoccupata. Non ho più l’età per sopportare certi pensieri", dice l’anziana. La figlia le fa eco: "Con i rincari energetici che ci sono, la preoccupazione più grande è per le bollette, mia madre ha una pensione minima". Il timore è che questa situazione surreale si possa protrarre ancora a lungo. D’altronde, in questa palazzina ogni stagione porta il suo affanno. L’inverno di due anni fa, ad esempio, la caldaia condominiale è rimasta spenta per mancato adeguamento alla normativa antincendio. Ci sono voluti 70 giorni per rimetterla in funzione. "Siamo andati avanti con le stufette elettriche, ma le lascio immaginare il disagio, e già allora abbiamo pagato bollette triple", ricorda Lucia.

Le chiazze d’umidità nell’androne e l’ascensore che funziona a singhiozzo non sono segnali incoraggianti. Solo negli ultimi due mesi, stando alle testimonianze degli inquilini, sono rimaste prigioniere dell’ascensore almeno sei persone, tra cui due medici che erano lì per visitare degli anziani. La signora Maria ascolta in silenzio. Vive qui dal 1961 e tanta trascuratezza non l’aveva mai vista. È seduta a tavola. Il menù di oggi è una minestrina. "Mi sembra di essere in tempo di guerra, io ci sono già passata: siamo morti di fame all’epoca e non vorrei ripetere l’esperienza". La preoccupazione gliela leggi in faccia: "Qui tutto aumenta e i soldi restano sempre quelli, sopravvivere con una pensione di 650 euro ormai è diventato impossibile".

Spera che l’interessamento dei giornali, del caso si è occupata anche RomaToday, possa servire ad accelerare il ritorno alla normalità: "Mi raccomando, fate qualcosa – è l’appello – perché non si può andare avanti così".

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