Un romano su quattro sceglie la cremazione

GIARDINO DEI RICORDI Nei cimiteri capitolini già in funzione aree attrezzate. Molte domande giungono dalle altre province

Cambiano le mode anche per accedere nell’aldilà. La cremazione, anticamente definita “morte laica”, oggi sta diventando una vera e propria tendenza funeraria. Una accelerazione, che negli ultimi anni ha coinvolto anche il territorio romano, dove si registra un’impennata di richieste. Del resto i dati forniti dall’Ama parlano chiaro: oltre il 25% delle famiglie romane decide di far cremare il caro estinto. La capitale è dotata di 5 forni crematori (l’unico altro forno del Lazio è a Viterbo) e prevede per il corrente anno l’esecuzione di 6.700-6.800 cremazioni (gratuite per i residenti) su un totale di 26.000 decessi. Un buon venti per cento di salme arriva da altre città del Lazio e da altre regioni, in quanto le strutture per l’incenerimento sono pressocché assenti in tutto il sud e nelle isole. A Roma è possibile la cremazione dal novembre 2006, anno in cui ne furono effettuate circa 5000. Il motivo, che spinge sempre più famiglie verso questo rito millenario, non è soltanto di natura economica. Per chi non risiede a Roma la cremazione ha un costo di 538,90 euro, ma il problema più grande spesso riguarda il posto. Solo le ceneri, per esempio, hanno una possibilità al cimitero monumentale del Verano dove le sepolture sono bloccate da trent’anni, data la mancanza di spazio. Si può anche scegliere un’area crematoria al cimitero Flaminio, chiamata “Il Giardino dei ricordi”, un’area verde di 30.000 mq gestita dall’amministrazione comunale.
La maggioranza dei romani che decidono per la cremazione acquistano un loculo presso i cimiteri comunali, dove il costo è di circa 600 euro. C’è anche chi preferisce tenere la ceneri del proprio caro custodite nella propria abitazione. La modifica del regolamento di polizia cimiteriale che rende possibile tenere in casa l’urna con le ceneri dei parenti defunti è stata approvata dal consiglio comunale il 23 novembre 2004. Il costo per ottenere l’urna in casa con le ceneri del congiunto morto è di 70 euro, tutto compreso, o di 50 euro se i familiari provvedono autonomamente all’acquisto di un modello diverso di urna rispetto a quello standard. Il familiare affidatario delle ceneri, dopo aver ottenuto il nulla osta degli altri parenti, è annotato su un apposito registro e può riconsegnare al Comune i resti del caro estinto, nel caso in cui non voglia più tenerli, destinandoli così al cimitero.
Inoltre, per chi vuole disperdere le ceneri, dal novembre 2006 è possibile disperderle in natura, sia in aree private che all’aperto (campagna, mare, lago, fiume), oppure presso un’area attrezzata dall’amministrazione comunale. In questo caso per la dispersione delle ceneri dei propri cari, è necessaria la manifesta volontà del defunto, diretta o attestata dai parenti più prossimi. Sotto il profilo giuridico, la legge italiana prevede quattro procedimenti per poter ottenere il permesso di essere cremati: 1) iscrizione a una Società per la cremazione, che si fa garante della scelta presso i servizi cimiteriali del Comune e presso le istituzioni; 2) atto notarile, la scelta deve essere dichiarata alla presenza di un notaio; 3) dichiarazione in carta semplice, scritta dall’interessato e consegnata a una persona di fiducia, che può essere pubblicata poi da un notaio; 4) la richiesta che attesta la volontà del defunto di essere cremato, formulata e sottoscritta dal parente più prossimo, può confermare la volontà del defunto. Ma la dispersione delle ceneri o l’affidamento ai parenti deve essere previsto dall’interessato e non può essere espresso dai familiari a decesso avvenuto.

Sotto il profilo religioso, la Chiesa raccomanda che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti. Ma non tutte le diocesi si regolano in questo modo e c’è più comprensione per chi sceglie la cremazione.

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