Shakespeare prima che diventasse Shaespeare. Il grande drammaturgo inglese simbolo della vitalità e dellimprovvisazione del teatro elisabettiano, prima che si trasformasse nel genio letterario la cui parola scritta ha oggi una sacralità quasi biblica. È questa la missione in cui la compagnia Elsinor/Leart, con la regia di Leo Muscato, si è cimentata per rivisitare la «più grande tragedia di tutti i tempi», certo la più conosciuta: Romeo e Giuletta. Un viaggio a ritroso nelle ragioni di un teatro, quello elisabettiano, molto diverso da quello contemporaneo, come spiega il regista di questa particolare messa in scena, in cartellone al Teatro Sala Fontana fino al 28 gennaio. «Tra il 500 e il 600 il teatro vedeva, come protagonisti, solo uomini. E così abbiamo deciso di fare noi, affidando tutti i ruoli, anche quello di Giulietta, ad attori maschi. Non solo: tipico del teatro elisabettiano era il doubling, laffidare una serie di personaggi a un singolo attore. Così, a parte i due protagonisti assoluti della storia, gli altri vestono più ruoli». Come recita il sottotitolo della pièce, «la dolorosa storia di Giulietta e del suo Romeo è stata impunemente rappresentata»: «Ho arruolato attori di varia formazione - spiega Muscato - per un cocktail capace di produrre energia. Dopo quattro anni che portiamo in scena, anche allestero, questo spettacolo, la scommessa è riuscita». Una scommessa che fa di «Romeo e Giulietta - Nati sotto contraria stella» un racconto imprevedibilmente ricco di comicità. «A dire il vero la cosa non è del tutto imprevedibile - prosegue il regista -. Il 64 per cento delle battute del testo shakespeariano è affidato ad attori comici. Oggi siamo abituati a vedere Shakespeare proposto da attori importanti, di impostazione classica, ma ai tempi del teatro elisabettiano chi andava in scena erano gli Aldo, Giovanni e Giacomo di quel periodo. Il pubblico interagiva con gli attori, era chiamato a commentare ciò che accadeva sul palco. Senza contare il ricorso ai doppi sensi scabrosi, oggi per lo più perduti perché la sensibilità nel decodificarli è cambiata. Il testo era qualcosa di vivo e mutabile. Ciò che oggi leggiamo è il testo trattato dal curatore, copioni unici realizzati dopo la morte di Shaekspeare». Si ride molto nella celebre tragedia? «Sì, e avviene anche nella nostra rivisitazione, perlomeno fino a quando i giovani delle bande contrapposte non cominciano a morire». Il Romeo e Giulietta scritto e diretto da Muscato offre una scenografia particolare: «La scena è occupata da masserizie e bidoni - spiega il regista -, i personaggi sono attori comici che decidono di interpretare la tragedia.
Anche la colonna sonora è libera e volutamente ironica: si va da alcuni classici dei Beatles a Mozart, e si ricorre perfino al celebre brano del film Il tempo delle mele: Dreams are my reality».Teatro Sala Fontana
Fino al 28 gennaio
Ingresso 16 euro
Tutte le sere ore 20.30 (lunedì
riposo)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.