Un pool di osservatori in Madagascar e il clima. Leco della conferenza mondiale sullambiente arriva fino allAfrica australe, in particolare a Luanda in Angola, dove si è svolta lultima riunione della delegazione Ue con i rappresentanti della maxi area Africa-Caraibi-Pacifico. Un appuntamento che si ripete a cadenza semestrale, nel quale 78 rappresentanti di Bruxelles, guidati in questoccasione dalla vicepresidente Licia Ronzulli (nella foto con un parlamentare africano), incontrano altrettanti esponenti parlamentari di queste nazioni. Clima e golpe i capitoli allordine del giorno. Nel primo caso gli Stati più poveri hanno chiesto maggior impegno per un comportamento più «verde» da parte dei Paesi più industrializzati che si traduce nella tutela delle grandi foreste, nella lotta al disboscamento e, come ha spiegato la Ronzulli (Pdl), anche in piccoli gesti «come il risparmio dellacqua lasciata scorrere inutilmente o della luce lasciata accesa distrattamente senza funzionalità». Questi paesi come lAngola vivono il problema della «colonizzazione» cinese che offre interventi strutturali a manodopera orientale in cambio di petrolio.
Sul fronte del Madagascar, recentemente nel vortice politico-sociale per il golpe di qualche mese fa, la Ue sarà presente sullisola con una delegazione di osservatori che dovrà controllare non solo il perfetto svolgimento delle elezioni che il governo dovrà organizzare nei prossimi 15 mesi, ma soprattutto il corretto e concreto utilizzo degli aiuti umanitari destinati a questa sfortunata nazione per evitare che a trarne beneficio sia chi non ne ha bisogno.
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