Rossi, mai così male dall’anno d’esordio

Non accadeva dal 2000 che Valentino Rossi fosse così lontano dalla vetta della classe regina. All’epoca, lo scranno dorato del migliore era addirittura distante anni luce: 59 punti lo separavano infatti dal leader Kenny Roberts junior.
Oggi come allora, in vetta c’è un onesto mestierante di questo sport come il belloccio americano Nick Hayden che guida una Honda e la classifica a suon di piazzamenti. Le differenze grandi sono però due: la prima, all’epoca Valentino era esordiente in 500; la seconda, all’epoca il Pedrosa fenomeno che a 20 anni ha vinto la prima gara, era proprio Valentino e di altri, giovani, fuoriclasse non c’era ombra. Stavolta, invece, c’è l’asso spagnolo. Rossi concluse quel mondiale secondo dopo vistosissimo recupero e, se non fosse stato per alcuni errori di inesperienza, avrebbe persino potuto vincere quel campionato.
Per questo il suo mondo spera: perché i 32 punti di distacco non sono i 49 di allora, mentre Vale è lo stesso, solo terribilmente più esperto e, a giudicare da quante ne ha dette alla Yamaha, alla Michelin e a Melandri che staccava e duellava con lui, a giudicare da questo ha una voglia matta di tornare.

Ingordigia? Certo, ma anche il bisogno di ricacciare presto in gola alla Honda le frasi sornione di questi giorni come quella del gran capo Fukui: «Il nostro avversario principale non è la Yamaha ma Rossi e speriamo resti in moto a lungo...». Sottinteso: per batterlo ancora.\

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