Per il secondo anno consecutivo, lAccademia di Santa Cecilia e Musica per Roma si alleano per allestire unopera di repertorio nella più piccola sala dellAuditorium, lunica dotata di palcoscenico e buca per lorchestra, la Sala Petrassi. Unopera «da camera», con un titolo rossiniano di sicura presa, Il signor Bruschino - come lo era del resto il titolo mozartiano dello scorso anno, Così fan tutte; in scena cantanti provetti (per tutti Bruno De Simone e Lorenzo Regazzo nei rispettivi ruoli di Bruschino e Gaudenzio che qui si sono assunti anche il compito di guidare i primi passi dei loro giovani colleghi); e cantanti al debutto in scena, allevati nel Laboratorio vocale dell'Opera Studio, affidato a Renata Scotto, che l'Accademia mette in piedi da diverse stagioni. La regia è affidata ancora a Daniele Abbado, con il quale lAccademia sembra aver instaurato un rapporto privilegiato. Lunica novità, seconda solo alla rara apparizione del bel titolo rossiniano, è rappresentata dal debutto nellopera del direttore Carlo Rizzari che da qualche mese figura come assistente di Pappano a Roma.
Rossini scrisse questopera in un solo atto («farsa», in termine tecnico, indipendentemente dal contenuto serio o buffo), che aveva ventanni, la scrisse per la raccolta sala del San Moisè di Venezia, negli stessi mesi in cui si dedicava alla più impegnativa fatica di Tancredi, e dopo altre quattro farse, scritte nel giro di un paio danni. Una particolarità colpì negativamente gli spettatori veneziani, già allattacco della Ouverture, quel battere dellarchetto sui leggii che Rossini prescrive e che i veneziani ritennero un vero oltraggio al melodramma e a loro, perché un musicista serio non fa queste cose. E gli strumentisti del San Moisè si rifiutarono di seguire lordine rossiniano. In breve largomento della farsa.
Sala Petrassi. Lunedì 18, ore 21. Repliche. Mercoledì 20 e giovedì 21. Info: 06-8082058.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.