Riprende il cammino (la corsa, stando alle dichiarazioni di Emma Marcegaglia, che non nasconde una certa ansia sui tempi del possibile rientro della Fiat in Confindustria) verso il contratto ad hoc per lauto. Lunedì prossimo, dopo un mese di pausa, al tavolo torneranno a sedersi Federmeccanica e sindacati, eccetto la Fiom in quanto non firmataria del contratto nazionale 2009. È vero che non cè fretta di stilare le nuove regole dettate dalle esigenze di flessibilità del piano «Fabbrica Italia». Il dopo referendum, nel caso di Mirafiori, continua a essere animato da polemiche e minacce di ricorsi, da parte degli sconfitti, alla magistratura. Per alcuni, a questo punto, è importante lasciar allentare le tensioni, far partire la nuova linea Panda a Pomigliano e gli investimenti a Mirafiori. La Fiat, infatti, non ha alcuna fretta di rientrare nellalveo di Viale dellAstronomia. Stupisce però una cosa, al di là dei tempi che le parti si sono imposti di rispettare. Il contratto per lauto è già pronto, ricalcando la linea Pomigliano. Quindi, è già stato accettato dai sindacati che lo hanno condiviso con la parte interessata, la Fiat. Il ruolo di Federmeccanica, a questo punto, sarebbe quello di «notaio». Tra laltro, proprio nei prossimi giorni, Fim, Uilm, Fismic e Ugl depositeranno il documento approvato dopo il referendum di Pomigliano nelle sedi del ministero del Lavoro e del Cnel. È da rimarcare, in proposito, la «norma di chiusura» in cui si sottolinea lidoneità del documento «a sostituire, per le società che intendono aderirvi, il Contratto nazionale dei metalmeccanici, sia per lestensione del campo normativo sia per il livello dei trattamenti previsti, complessivamente e individualmente equivalenti o migliorativi». Con un po di buona lena, a questo punto, la pratica potrebbe essere chiusa in poco tempo. Resta il nodo della rappresentanza sindacale: la Fiom, stando così le cose, resta fuori ed esclude firme «tecniche», non rendendosi conto di continuare a difendere uno schema di linea di montaggio vecchio di 30 anni.
Ma cè un altro dibattito, fatto più che altro di bisbigli e malumori fino a ieri tenuti a freno, che comincia però ad avvertirsi. Riguarda, in sintesi, il ruolo di unorganizzazione come Federmeccanica e la sua utilità allo stato attuale dei fatti. Lorganismo guidato da Pier Luigi Ceccardi è stato costituito come controparte di Confindustria rispetto alla defunta Flm (Federazione lavoratori metalmeccanici). Non avendo fini di rappresentanza, il compito era e resta quello di occuparsi del contratto dei metalmeccanici. Laria, però, è cambiata. E ora che la Flm non cè più, i sindacati di categoria si sono spaccati in due tronconi e la più importante industria del settore (la Fiat) ha tolto il disturbo, occorrerebbe rivedere - secondo qualche imprenditore - anche il ruolo di Federmeccanica. Per alcuni, inoltre, lo stesso organismo non potrebbe addirittura occuparsi di un singolo settore (in questo caso lauto), Insomma, i bisbigli dicono che Federmeccanica - così comè - è superata anche perché, a questo punto, altri settori reclamerebbero una sorta di par condicio. «È Confindustria che deve occuparsene», puntualizza un associato.
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