Ruba l’identità dell’amico e truffa banche e notai

Finalmente avevano trovato la casa dei loro sogni. Un trilocale a Città Studi, in via Bronzino. Il prezzo era alto, il mutuo cospicuo, ma ne valeva la pena. Naturalmente la coppia - lei avvocato, lui medico - non immaginava che, dopo aver speso denaro e pensieri per quell’appartamento, si sarebbe ritrovata senza un posto dove vivere. Cosa avevano sbagliato? Loro niente. Semplicemente l’uomo da cui avevano acquistato l’appartamento non era il vero proprietario bensì un suo amico. Che dopo aver assunto l’identità del conoscente ed essersi appropriato delle sue successioni di proprietà, li aveva venduti come fossero suoi.
Stefano A., 38 anni, residente a Pioltello, è stato arrestato nei giorni scorsi dagli investigatori del nucleo tributario della Guardia di Finanza per essersi spacciato per un facoltoso amico milanese, Matteo C. e averne venduto proprietà e immobili. Stefano - grazie alla carta d’identità dell’amico - si è finto Matteo. Riuscendo ad appropriarsi di un patrimonio di oltre 2 milioni di euro e a prendere in giro qualcosa come sei notai, diversi architetti e alcuni direttori di banca. «Quale banca non presta 250mila euro a un privato che offre in pegno un appartamento che ne vale almeno 400?» ci spiega uno degli impiegati delle banche truffate.
I fatti risalgono al periodo che va tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007. Stefano A. e Matteo C. sono coetanei e amici. Stefano è spesso ospite nell’abitazione di via Andrea Maria Ampère (Città Studi) dell’amico che, di recente, è rimasto orfano di madre dalla quale ha ereditato una cospicua eredità. È probabilmente durante una di queste visite che Stefano nota e s’impossessa di tutta la documentazione riguardante i rogiti di numerose abitazioni, la dichiarazione di successione, le chiavi di due appartamenti e anche la carta d’identità di Matteo. È allora che Stefano diventa Matteo, naturalmente a insaputa di quest’ultimo. E in quella veste si mette in contatto con società d’intermediazione e di leasing, con banche come Unicredit e Cariparma e, soprattutto, si studia la parte. Del suo «entourage» entrano a far parte altri due personaggi, finiti anch’essi in manette nei giorni scorsi. Si tratta di Antonio B., 55enne varesino che, secondo i documenti delle Fiamme Gialle, in combutta con Stefano, impersona, di volta in volta il suo consulente, l’agente immobiliare, il rappresentante legale di fiducia.

I due riescono a incastrare un commercialista pavese 64enne, un professionista che già lavorava per la famiglia di Matteo e che, ogniqualvolta lo sente al telefono per quella o l’altra operazione finanziaria, non ha nessuna ragione di pensare che si tratti di un impostore. Adesso il commercialista si proclama innocente e ci sono molte probabilità che venga scagionato dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata alle truffe, alle appropriazioni indebite e alle falsità in atti.

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