Rubens e i maestri fiamminghi mostrano le «Grazie»

Venticinque capolavori di Pieter Paul Rubens e quaranta opere di altri maestri fiamminghi del Seicento. La più consistente rassegna che si sia mai tenuta in Italia sul Barocco Fiammingo si è aperta ieri a Como, a Villa Olmo, e durerà sino al 25 luglio. I dipinti provengono da diversi musei europei e danno una visione completa di quello che è stato uno dei periodi più interessanti e fecondi della pittura nell’età moderna. Infatti per quanto riguarda Rubens sono esposte, tra le altre opere, le Tre Grazie che l’artista rappresenta sul modello del gruppo ellenistico ritrovato a Roma nel XV secolo. Altri quadri ispirati a motivi classici e mitologici sono Borea rapisce Orizia, Il satiro sognante, Il giudizio di Paride.
Invece per quanto riguarda il ciclo dedicato al console romano Publio Decio Mure, una delle più importanti commissioni ricevute dall’artista e realizzata tra il 1617 e il 1618, sono presentate due grandi tele, raffiguranti Vittoria e Virtù e Il trionfo delle armi. Tra le opere di Rubens ispirate a tematiche sacre spiccano invece La circoncisione di Cristo, realizzata su precise indicazioni iconografiche maturate nel difficile clima della Controriforma, e la Madonna di Vallicella dipinta su commessa per l’omonima chiesa romana. Tra i lavori degli altri pittori fiamminghi in mostra vi sono il famoso Autoritratto e il Ritratto in armi del giovane principe di Anton Van Dyck, l’allievo di maggior talento di Rubens.

Sono esposte anche alcune Nature morte (uno dei temi iconografici più tipici del Barocco) di Pieter Boel, Jan Fyt, Jan Davidsz de Hem, Nelchior Hondecoeter e Il pavone bianco di Jan Weenix.
Per informazioni sulla mostra «Rubens e i fiamminghi»: Villa Olmo, Via Cantoni 1, Como; tel. 031 571 979.

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