«É il tracollo della politica posta in essere da Casini. E della dirigenza cittadina che non ha saputo contrastarla». Luca Ruffino si frega le mani. É la soddisfazione di chi può affermare «lavevo detto». Già un anno fa lallora coordinatore cittadino dellUdc provò a smontare la corsa solitaria dello scudocrociato in Provincia, dando il suo appoggio a Podestà e ricevendo il commissariato. A febbraio è passato al Pdl. Di fronte alla débacle dellUdc alle regionali, non si stupisce. Il candidato Savino Pezzotta in Lombardia ha preso il 4,7% dei voti ma le preferenze sul partito si sono fermate al 3,8 e in città addirittura al 2,8. LUdc sotto la Madonnina è stato sorpassato addirittura dal Movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Ruffino assicura che già ieri mattina ha ricevuto decine di telefonate da esponenti delusi che «si sentono orfani» e sarebbero pronti alla fuga dal partito («stiamo allestendo i gazebo per scegliere i transfughi, li vogliamo soprattutto giovani»). Casini ha «detronizzato i dirigenti lombardi», cè stato «un susseguirsi di candidati imposti da Roma che niente avevano a che vedere con il territorio». LUdc al Pirellone avrà tre consiglieri, Gianmarco Quadrini, Enrico Marcora e Valerio Bettoni. Resta fuori il segretario regionale Luigi Baruffi, che a Milano città ha raccolto appena 436 voti. E Ruffino non si risparmia: «Gli sta bene, è uno degli yes man di Casini».
Il diretto interessato sgombra le accuse: «I candidati sono sempre stati scelti nella massima condivisione e non ci sono state imposizioni da Roma». Nessun rimorso per aver rinunciato allalleanza con il Pdl e Roberto Formigoni, «resto convinto che era impossibile correre con il centrodestra vista la presenza della Lega». E lo stesso scenario potrebbe ripetersi tra un anno alle comunali, dove oggi nella giunta di Letizia Moratti siede un assessore dellUdc (Gianni Verga alla Casa) anche se al governo, in Provincia e in Regione il partito è allopposizione. Baruffi ammette che pure a Palazzo Marino «il rapporto con il sindaco da oltre un anno è sfilacciato», si lamenta perchè la Moratti «non ci interpella più nelle scelte strategiche della città, deve dire se ritiene ancora lUdc in maggioranza, o se lo siamo solo nei giorni pari e in quelli dispari allopposizione. Ne prenderemo atto e ci comporteremo di conseguenza tutti e sette i giorni».
Baruffi non nasconde il tracollo, «mi aspettavo un risultato maggiore, anche se lo schema politico attuale è molto bipartitico» ma «la nostra posizione è di continuare su questa strada, rimarcare sempre la nostra differenza da Pdl e Pd, non sono allorizzonte cambiamenti di scenario». Anche se poi, dal consiglio regionale, restano fuori candidati Udc più vicini allelettorato di centrodestra, come Silvia Ferretto e Pasquale Salvatore. Segno che forse la sopravvivenza del partito è più legata ai voti di centrosinistra, e chi lo votava nellalleanza con Pdl e Lega ora ha fatto una scelta di campo. «Può essere data anche questa interpretazione, ma limpressione è che su Milano in lista ci sia stata solo eccessiva competizione tra i candidati».
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