Per La Russa eccesso di Difesa

L’Italia non è, possiamo serenamente ammetterlo, una grande potenza militare. Ma ha in compenso una grande presenza militare. L’ha nella vita nazionale e internazionale, l’ha nell’informazione, l’ha nelle decisioni governative. Tutto questo ci fa molto piacere. Il Paese che non ha più il servizio di leva obbligatorio e sembrava provasse un piacere masochistico nella negazione dei valori tradizionali, dimostra affetto per i soldati pattuglianti le città. Una riconciliazione, seppure parziale e tardiva, con le stellette che non portiamo.
Tributato al revival patriottico l’omaggio che merita, dobbiamo aggiungere che un politico se n’è fatto interprete con slancio irruente. Mi riferisco al ministro della Difesa Ignazio La Russa, inconfondibile. Piglio da spadaccino tenebroso o da illusionista esperto d’ogni platea e d’ogni ribalta, La Russa è il protagonista mediatico della riscossa in uniforme. È sempre in televisione sia come ministro, sia come dirigente di Alleanza nazionale, sia come polemista sciolto. Ma l’essenza delle esternazioni larussiane riguarda gli armati e le armi.
Ha voluto l’esercito nelle metropoli, non esclude di contribuire con un contingente italiano a un’eventuale missione in Georgia, loda gli 8.398 uomini impegnati in 19 Paesi. Riconosce che gli organici dell’esercito diventano insufficienti per tante multiformi e remote attività, ma si esprime con l’orgoglio di chi valuta l’estensione intercontinentale delle sue competenze. Ottomila uomini possono sembrare poca cosa in confronto agli effettivi d’una divisione di fanteria della seconda guerra mondiale, tra i quindici e i ventimila. Ma Ignazio sa valorizzare questi presidi moderni e specializzati, e sovente porta loro, in terre lontane, il dubbio conforto d’un ghigno da moschettiere.
Non c’è problema nazionale al quale La Russa si senta estraneo. Essendo stata dichiarata l’emergenza degli infortuni sul lavoro - che vera emergenza non è, gli infortuni diminuiscono - La Russa ha pensato di mandare nei cantieri «un nucleo di carabinieri, ma non solo, anche soldati al loro fianco».

Ma non ci sono gli ispettorati del lavoro? Non c’è la magistratura? In un’Italia gremita di enti e strutture inutili, è proprio necessario affidare a carabinieri e soldati ciò che altri dovrebbe fare, distogliendoli dai loro compiti naturali? Capisco l’entusiasmo del ministro, accresciuto dal consenso popolare. Conforta avere vicino i soldati. Ma abbiamo, per sorvegliare i cantieri, tre polizie in servizio permanente, i vigili, i burocrati, i giudici. Dovrebbero bastare.

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