Ci sono voluti sessant'anni, ma il messaggio è arrivato a destinazione. E anche l'auspicio in esso contenuto, almeno in aprte, nel frattempo è diventato realtà. È successo a Seversk, una città della regione siberiana di Tomsk che all'epoca dell'Urss, ufficialmente, nemmeno esisteva. Non figurava sulle carte geografiche perché era una delle cosiddette "città segrete" volute da Stalin e tali rimaste fino alla fine del regime sovietico: ospitavano installazione produttive e militari strategiche, ma anche carceri e campi di concentramento. Seversk fu costruita nel 1949 da ventimila di quei detenuti, che realizzarono anche dal nulla (e in chissà quali condizioni) una fabbrica per l'arricchimento dell'uranio.
Oleg Yeroshkin, residente di Seversk, stava ristrutturando la propria abitazione quando ha trovato un messaggio scritto su un pezzo di carta ricavato da un sacco di cemento, nascosto nella cavità dell'infisso di una finestra. «Nella lettera - ha spiegato Yeroshkin - gli autori si rivolgono ai posteri e chiedono loro di essere commemorati con parole buone e di ricordare il duro destino dei detenuti».
Russia, trova in casa messaggio ai posteri dei detenuti del Gulag
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