I «graffiti di Stato» approdano anche a Milano. L’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo plaude alla proposta del ministro alle Politiche giovanili, Giorgia Meloni che ha deciso di finanziare la «street art» e i Comuni che la valorizzano. Giovedì scorso il ministro più giovane della storia d’Italia ha siglato con il presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei comune italiani, Sergio Chiamparino l’accordo per sostenere una serie di iniziative a sostegno della creatività giovanile battezzato «Energie in comune». Dei dodici milioni di euro stanziati dal pacchetto, un milione sarà appunto destinato a quei comuni, capoluoghi o con più di 50mila abitanti, che concederanno degli spazi «affinché i writer possano esprimere in totale libertà la loro fantasia e la loro creatività», come ha spiegato lo stesso ministro. Ecco allora che l’assessore al Decoro urbano, nonchè collega di partito (Pdl, ex An) della Meloni, plaude al provvedimento: «Mi sembra un’iniziativa intelligente - commenta Cadeo, che ha la delega ai Servizi ambientali - che si inquadra nella tutela del miglior decoro urbano. Mi viene in mente, su un altro versante, iniziativa di La Russa che nel 2006 fece inserire un emendamento in finanziaria che stanziava un milione di euro per la pulizia dei muri milanesi dai graffiti. Proprio quel milione - ricorda Cadeo - costituì la pietra miliare della campagna di pulizia “I lav Milan”. Anche noi, come parte politica, distinguemmo chi sporca i muri con tag riconoscendo il diritto dei cittadini ad avere le loro proprietà pulite, da chi persegue una forma d’arte».
Ecco allora che Cadeo passa al contrattacco: «Proporrò al sindaco di presentare al ministro Meloni un progetto per partecipare al bando» e estrae dal cilindro un primo elenco di vie che potrebbero decisamente migliorare con una bella dose di spray: via Rivoltana, la prosecuzione, per capirci di via Corelli che «ha un muraglione tristissimo», il muro cieco di via Torino, a lato della Fnac, in tutte le scarpate ferroviarie di accesso alla città e i cantieri più periferici. Questo solo l’inizio di una mappa dei muri grigi attualmente allo studio di Gisella Borioli, fondatrice del Superstudio nonché membro del board dei saggi voluto dal sindaco.
«Chiederò di incontrare il ministro Meloni - continua Cadeo - per approfondire con lei un tema di cui la nostra amministrazione ha sempre condiviso la strategia: incoraggiare le forme d’arte - e il pensiero vola alle mostre dei writer organizzate dall’allora assessore alla Cultura Sgarbi al Pac e a Palazzo Reale, e alla pubblicazione sui graffiti del Leoncavallo - e punire i vandali, come stiamo facendo con le ordinanze contro i graffitari colti i flagrante, attualmente 57». Quel milione di euro fa gola alle casse semivuote di Palazzo marino, che potrebbe utilizzarli per ripulire i muri imbrattati, soprattutto dopo l’uscita del premier Berlusconi «sulla Milano sporca e degradata».
E se Ignazio La Russa, ex coordinatore di An, fece outing e confessò di essere andato in incognito al Leoncavallo per ammirarne i graffiti, che espone anche nel salotto di casa, esattamente come Giorgia Meloni che si è portata al ministero un «pezzo» fatto a Napoli, il vicesindaco Riccardo De Corato, collega di partito, persegue la sua caccia ai vandali: «Ai futuri imbrattatori dico di fare molta attenzione.
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