Sì al catasto comunale perché rende più semplice il rapporto tra registro degli immobili e cittadini. Non ha dubbi lassessore allo Sviluppo del Territorio Carlo Masseroli che ieri mattina a Palazzo Marino ha partecipato al convegno «Lesercizio delle funzioni catastali da parte dei comuni». Un incontro organizzato da Anci, Uncem e Legautonomie per discutere le proposte di modifica al provvedimento inserito nella Finanziaria 2007 che vuol trasferire le funzioni catastali alle amministrazioni comunali. «La gestione del catasto da parte dei Comuni ha un carattere strategico e innovativo - spiega Masseroli -. Consentirà infatti di portare il registro degli immobili più vicino ai cittadini e agli operatori, migliorando anche in questo settore il rapporto pubblico-privato, uno degli obiettivi qualificanti del programma del sindaco Moratti».
Una conoscenza del territorio più approfondita e politiche urbanistiche più coerenti per gli enti locali saranno, secondo il sottosegretario allEconomia Alfiero Grandi, le immediate conseguenze del trasferimento delle funzioni catastali. La riforma che entrerà in vigore a novembre dellanno prossimo, spiega Grandi, «avrà degli effetti positivi anche per la cittadinanza che beneficerà di una interlocuzione diretta con lente locale e non più con lagenzia centrale». Il sistema del catasto si reggerà dal novembre 2007 su due pilastri fondamentali: i Comuni e lagenzia del territorio che manterrà un ruolo di garanzia rispetto allapplicazione uniforme delle norme.
«Il rischio - lunico dubbio di Masseroli - è quello però di fare le nozze con i fichi secchi. È necessario che arrivino i fondi dal governo per consentire ai comuni di esercitare al meglio la nuova funzione». Immediata la replica del sottosegretario. «I fondi arriveranno - assicura Grandi - sia attraverso un fondo speciale che istituiremo, sia attraverso entrate ordinarie previste dallarticolo 14 della manovra. In ogni caso la cabina di regia istituita tra Governo e Anci accompagnerà passo per passo lavvio della riforma». Nessuna preoccupazione, almeno a sentir lui, per i cittadini. Il trasferimento delle competenze catastali ai Comuni non dovrebbe comportare di per sé alcun aggravio fiscale. «Uneventuale riforma degli estimi - spiega - semmai è contenuta in una legge che è ancora in discussione in Parlamento.
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