«Linsonnia è una malattia con enormi costi sociali e sanitari. Bisognerebbe prestare più attenzione ai disturbi legati al sonno». Parola di Luigi Ferini-Strambi, responsabile del Centro per i disturbi del sonno dellOspedale San Raffaele di Milano. «Pazienti e medici a volte sottovalutano il problema - dice - Molto spesso queste patologie sono riconosciute con moltissimi anni di ritardo. Inoltre trovo scandaloso che un problema che riguarda il 15% della popolazione italiana sia affrontato in modo così superficiale nelle nostre Università». Le lacune sono colmate dai corsi di aggiornamento organizzati dallAssociazione italiana medicina del sonno.
«Linsonnia è un problema complesso e molto soggettivo - spiega Ferini-Strambi - Non sempre dormire poco significa soffrire di questa malattia. Ci sono persone che hanno bisogno di riposare dieci ore per stare bene, altre che con sole tre ore di sonno non hanno alcun problema. La maggior parte degli adulti dorme comunque sette ore per notte». Il sonno è un momento fondamentale della giornata, durante il quale il corpo svolge funzioni essenziali. «Mentre dormiamo produciamo sostanze importanti come lormone della crescita, linsulina, la leptina, che riduce lo stimolo della fame e protegge dallobesità. E viene inibito il cortisolo, lormone alla base dello stress».
La privazione del sonno è molto dannosa perché «causa sonnolenza diurna, un fattore di rischio altissimo per chi, per esempio, è costretto a guidare».
Bene, quindi, ricorrere a un sonnellino pomeridiano, la classica, e ormai rivalutata, siesta. «Il corpo recupera parte delle energie perse durante la mattinata. Il mio consiglio è di non dormire per più di 20 o 30 minuti. Bisogna evitare di cadere in un sonno troppo profondo perché al risveglio si rischia di essere intontiti, confusi e irritabili.
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